Il comitato No Elcon mette d’accordo destra e sinistra
Legambiente, Pd, liste civiche castellanzesi, Giovane Italia, Destra del Popolo compattano il fronte contro la realizzazione nel polo chimico dell'impianto di trattamento rifiuti chimici. Dall'azienda: "Inutili allarmismi"
Il fronte anti-Elcon, contro la possibilità di realizzare un impianto per il trattamento di rifiuti chimici all’interno del polo chimico di Castellanza, si compatta e nasce il comitato No-Elcon, già attivo anche su facebook. Come già visto in passato a queste latitudini le forze del territorio che si sono unite sotto la bandiera che si oppone alla realizzazione dell’impianto provengono da diverse realtà politiche, anche opposte, com’è avvenuto per Pedemontana. Del nuovo soggetto fanno parte, infatti, numerosi esponenti della sinistra ambientalista come Flavio Castiglioni, la stessa Legambiente Busto, le forze di opposizione in consiglio comunale a Castellanza tranne il gruppo Pdl; da destra, invece, provengono Matteo Sabba, della Giovane Italia, Checco Lattuada della corrente Destra del Popolo, sempre Pdl. Interessante notare come, invece, il Pdl di Castellanza resti fuori dal comitato. Secondo questo comitato «l’impianto brucerà rifiuti chimici e per questo è da considerarsi inquinante senza se e senza ma», dicono dal comitato e annunciano battaglia.
Dall’altra parte Elcon continua a parlare tramite Bp Sec, la società di consulenza che ne sta curando gli interessi in questa fase, e con un comunicato precisano, ancora una volta, che l’impianto non emetterà quantitativi rilevanti di sostanze inquinanti: « Il fatto che alla riunione di Leghambiente sia stato invitato il Comitato Casale Respira e nessun esponente dell’azienda Elcon o dei team di tecnici che lavorano per questa rende chiaro il modo di affrontare il problema da parte di chi vi si oppone. Il tutto seppure la disponibilità della parte aziendale fosse stata segnalata. Con queste premesse, è abbastanza evidente che il risultato della riunione non avrebbe potuto essere che quello che è stato, un’occasione per generare allarmismi. Ci preme in ogni caso rilevare due cose. La prima, positiva, è che finalmente si è ammesso che l’impianto Elcon non è un inceneritore, termine sulla cui portata evocativa sinora si era giocata gran parte della propaganda contraria al progetto. La seconda, piuttosto grave, è che si è invece diffusa (sempre da parte del Comitato Casale Respira, sul cui attivismo a Castellanza bisognerebbe farsi delle domande) l’ informazione che dall’impianto uscirebbero diossine. Un’affermazione totalmente falsa e, ancora una volta, in grado di generare gravi allarmismi. Di questi composti chimici altamente tossici nel processo di depurazione Elcon infatti non c’è traccia, cosa che chiunque, compresi i sedicenti tecnici del Comitato di Casale, può rendersi conto solo che voglia prendersi la briga di dare un’occhiata al progetto o chiederlo a chi lo sta preparando per sottoporlo alle autorità. Ma ormai, in mancanza di argomenti validi, siamo nell’ambito del terrorismo psicologico. Elcon e BPSEC rinnovano a Legambiente ed a chiunque altro abbia interesse ai fatti, la disponibilità a confrontarsi, anche in un dibattito aperto al pubblico, su ogni aspetto dell’impianto».
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