“Il Governo non conosce la legislazione in vigore”
L'avvocato Andrea Bordone, esperto in materia di lavoro, contesta l'attualità di alcuni punti della riforma del lavoro. «La nullità del licenziamento discriminatorio c'è dal 1966 e che l'obbligo di reintegrazione anche per le piccole imprese è già stato introdotto nel 1990»
Mi pare di capire che la prof.ssa Fornero sostenga che il bicchiere mezzo vuoto, costituito dal venir meno dell’obbligo di reintegrazione in caso di licenziamento economico ritenuto illegittimo, sia in parte compensato dal bicchiere mezzo pieno, costituito dalla introduzione del diritto alla reintegrazione per il lavoratore licenziato per ragioni di discriminazione, finalmente esteso anche alle aziende con meno di 15 dipendenti. Peccato che la nullità del licenziamento discriminatorio sia prevista nel nostro ordinamento dal 1966 e che l’obbligo di reintegrazione per tali licenziamenti anche per le piccole imprese sia stato introdotto nel 1990. E ancora: il ministro ha posto l’accento su un altro elemento di grande novità; il cuore della riforma è rappresentato dalla volontà di contrastare il lavoro a termine e di favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, tanto che (cito testualmente la scheda di Repubblica di questa mattina): «I contratti a tempo determinato non potranno essere reiterati per più di 36 mesi, dopo tre anni il rapporto diventerà indeterminato».
Altra "piccola" svista: la conversione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato dopo i 36 mesi è stata introdotta nel 2007. Sinceramente non so se sia meglio pensare che il Governo dica deliberatamente cosa non vere, o se non vi sia nemmeno la conoscenza della legislazione attualmente in vigore. In ogni caso, che si tratti di mala fede o di ignoranza, credo che si tratti di errori molto gravi, considerato anche l’alto profilo accademico dei componenti dell’attuale governo e lo stile che l’esecutivo stesso sembrava essersi dato.
Personalmente, stando a quanto si è letto e sentito finora, credo che il bicchiere sia vuoto per intero, o quasi. Credo però che, per consentire una discussione seria su temi di tale rilevanza, non sia consentito che il Governo menta o ignori, seguito, purtroppo, da buona parte della stampa, del sindacato e dei partiti politici.
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