Impianto di trattamento rifiuti chimici, Volpi attende i dati

Il sindaco della città vicina a Castellanza non esprime giudizi di merito sul progetto di Elcon e attende di conoscere il piano industriale nel dettaglio: "Non è come la Palmoil"

Il sindaco di Olgiate Olona Giorgio Volpi (a sin. nella foto) per il momento non si pronuncia sul progetto di realizzare un impianto per il trattamento di acque reflue da industrie chimiche nel polo chimico che condivide con il comune di Castellanza: «Mi sento con il collega Farisoglio tutti i giorni – spiega – al momento debito, quando verrà presentato il piano industriale nel dettaglio, si potrà fare una valutazione più dettagliata di quello che Elcon vuole realizzare». Per il momento non c’è nessuna preoccupazione, i tempi in cui a Castellanza si progettava una centrale a olio di palma sembrano essere lontani, così come la contrapposizione che ne derivò tra i due primi cittadini che, anni dopo, sono ancora entrambi in sella.

«Quando si presentò l’opportunità Palmoil non ci misi molto a far sapere qual’era la posizione di Olgiate Olona rispetto ad una centrale a olio di palma – ricorda – oggi abbiamo ancora troppo pochi elementi per poter decidere. Dobbiamo capire cosa entrerà in quell’impianto e cosa ne uscirà, quanta acqua, capire se i collettori potranno reggere la portata, calcolare la tenuta del depuratore. Non è facile dare una risposta quando non si hanno questi elementi». Rispetto al destino dela grande area del polo chimico il sindaco Volpi non teme di dire eresie: «La parte castellanzese ha una storia più antica e invasiva per quanto riguarda l’ambiente – specifica Volpi – non mi stupisce che si dia continuità a quella storia anche perchè il discorso bonifica per un’area come quella richiede un dispendio enorme di denaro. Dalla nostra parte abbiamo una situazione sicuramente meno compromessa dal punto di vista ambientale».

Per questo a Olgiate si parla di riconvertire l’area mantenendola sempre produttiva ma con aziende che abbiano un’impatto ambientale sicuramente minore rispetto al tipo di lavorazioni che si fanno ancora a Castellanza. Il futuro del polo chimico, quindi, continuerà a rimanere produttivo e chi sogna bonifiche definitive e grandi aree verdi al posto di cisterne e ciminiere dovrà arrendersi alla realtà che propone ancora produzione, sperando che questa si tramuti almeno in nuove opportunità lavorative.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Marzo 2012
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