L’intervento di Mario Monti: “Le riforme sono per le nuove generazioni”

Il presidente del Consiglio ha parlato alla due giorni "Cambia Italia"

A "Cambia Italia" è il momento del presidente del Consiglio Mario Monti: «grazie al presidente Marcegaglia per il titolo che riprende le nostre manovre. Ora si deve cambiare non solo le leggi o i provvedimenti amministrativi, ma l’intero modo di pensare» ha esordito il professore, aprendo una serie di ringraziamenti. «Grazie anche per il pragmatismo e per la visione del futuro che come presidente in questi 4 anni hai saputo portare avanti. Grazie alle imprese come parte viva del sistema paese e grazie anche ai sindacati che hanno dato prova di saper superare il concetto di controparte: le forze sociali organizzate hanno saputo esprimere con vivacità l’anno scorso, il bisogno di cambiamento; quando ormai al governo chiesi loro di mantenere vivo questo spirito di coesione, lo seppero dimostrare. Infine grazie alle forze politiche e ai loro leader mi hanno fatto capire sempre meglio le grandi responsabilità di questo governo. Siamo al servizio del parlamento e della cosa pubblica. Ci rendiamo conto di quanto sia penoso per loro essere così poco rispettati dall opinione pubblica in questi ultimi anni. Per questo noi attraverso atteggiamenti più pacati vogliamo far capire che è in atto un cambiamento. Fare le riforme ed essere rieletti? Si puó, il miglior esempio di ciò è proprio il primo ministro Juncker che disse questa frase. In questi 4 mesi considero importante la maggiore comprensione degli sforzi della Grecia a Germania e Francia su quanto stava facendo per risistemare i suoi conti».

Monti ha criticato fortemente un articolo di Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera di oggi: «dico al collega Giavazzi che la sua impazienza è ingiustificata, il 29 dicembre il presidente del consiglio aveva detto che avrebbe varato liberalizzazioni e siamo oggi alla conversione del decreto legge, sulla riforma del lavoro rispetteremo la data di fine marzo per la chiusura del dialogo con le parti sociali. È inaccettabile che si parli di carta bruciata delle liberalizzazioni, presto racconteremo bene cosa ha approvato il parlamento tenendo la barra ragionevolmente dritta davanti alle pressioni».

Da Monti anche un passaggio sulla Tav: «chi dovesse ancora ostacolare questa opera deve sforzare di riflettere sul fatto che ostacola crescita, occupazione e sviluppo. Grazie al segretario della CGIL per la posizione netta che ha preso a favore di quest’opera: Tav è un’opera che Europa, Italia, Francia vogliono fortemente».
«Questo governo crede fortemente ad una economia sociale di mercato ma in questi anni c’è stato un mix confuso: in questa particolare situazione di difficoltà noi abbiamo il dovere politico di richiedere sacrifici a tutte le parti sociali e politiche non per sadismo. Abbiamo dovuto incidere e toccare nervi delicatissimi ma abbiamo anche introdotto componenti di un’imposta patrimoniale, abbiamo riaperto gli scudi fiscali cercando di drenare risorse per le pensioni più deboli. Le liberalizzazioni sull’energia toccano grandi interessi. Sul lavoro stiamo seguendo lo stesso principio di equità: dobbiamo ammodernare il mercato del lavoro ma mantenendo le tutele sociali per tutti, senza ossificare il posto di lavoro che ormai è il passato. Il mio colloquio con Marchionne è stato illuminante. Il rapporto tra Italia e Fiat non è sempre stato sano in passato. È stato improprio intervenire con i soldi del contribuente per tranquillizzare proprietà e lavoratori, io devo impedirlo. Fiat ha il diritto di scegliere di investire dove conviene di piu e non ha nessun dovere a dover restare in Italia. Serve peró il rispetto da parte di un paese nei confronti di una grande azienda che a sua volta deve rispettare il Paese che ha fatto tanto per lei».

Da Monti anche un ulteriore richiamo alla politica: «Bisogna fermare situazioni che hanno il plauso bipartisan e poi gli oneri sono sulle generazioni future. Se vogliamo attrarre investimenti dall’estero dobbiamo combattere la corruzione, la stessa Merkel me lo ha chiesto. Se arriva un buon risultato dalla riforma del lavoro faremo un road show industriale all’estero per presentare la maggiore competitività dell’Italia. Avere un mercato del lavoro più simile a quelli esteri e la lotta alla corruzione aumenteranno la nostra attrattività».

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Pubblicato il 17 Marzo 2012
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