La Regio discute gli “interessi comuni”, ma non i ristorni

Sulla quesione l'organizzazione, presieduta dal leghista ticinese Norman Gobbi, non ha mai preso una posizione ufficiale e precisa: "non è tema all'ordine del giorno"

regio insubrica riunione consiglio direttivo "Interessi comuni" e lavoratori frontalieri. Questi i temi all’ordine del giorno della riunione mensile dei vertici della Regio Insubrica. Il problema dei ristorni bloccati invece non è contemplato tra i temi in discussione. L’organizzazione tiene a precisarlo nonostante la questione resti in questo momento la maggiore fonte di preoccupazione per i sindaci dei comuni italiani della fascia di confine e per il quale anche la Regione Lombardia si sta mobilitando chiedendo al Governo un’azione legale nei confronti della Svizzera: «Contrariamente alle anticipazioni apparse sulla stampasi legge nella nota diffusa a chiusura dell’incontro – la riunione non è stata indetta per definire un’azione comune sul tema dei ristorni dell’imposta alla fonte dei frontalieri, in seguito alla decisione dello scorso anno del Governo ticinese di bloccare il versamento all’Italia, e per essa agli Enti locali interessati, del 50% dell’importo dovuto relativo a 2010». Ma se non di questo, di cosa discute allora la Regio? Questo è quanto si legge nell’ordine del giorno: «Informativa circa l’attività a un anno dall’inizio del proprio rilancio; informazione di interesse generale e nello specifico relativa ai lavoratori frontalieri; il ruolo di mediatrice della Regio Insubrica in contesti di interesse comune; segnalazione da parte dei Comuni di temi di interesse comune; costituzione di un tavolo permanente all’interno della Comunità di lavoro indirizzato agli Enti locali e ai loro problemi».

In ogni caso il problema sul tavolo dell’organizzazione in qualche modo ci è arrivato: «Certo – prosegue la nota – non si può escludere che il tema di stretta attualità possa essere oggetto di interventi e discussioni, utili semmai per capire se, con quali indirizzi e modalità, la Regio Insubrica vorrà formulare suggerimenti e proposte nelle sedi istituzionali di riferimento». Nessuna proposta o azione comune ufficiale è quindi uscita dalla seduta di oggi ma è difficile credere il contrario dato che l’organizzazione è ora presieduta proprio da Norman Gobbi, consigliere di Stato in quota Lega. Politico ticinese che maggiormente si è speso per il blocco dei ristorni (il partito di Bignasca lo ha chiesto anche per l’anno in corso) e che solo pochi giorni fa ha portato avanti tramite il suo Dipartimento, l’istanza di appellarsi alla clausola di "salvaguardia", la possibilità, in altre parole, di introdurre delle quote nella gestione dei permessi di dimora per gli immigrati.

È stata decisa invece la creazione di un tavolo di lavoro in ambito economico, comprendente i rappresentanti delle Associazioni di categoria e del sindacato che operano sul territorio della Comunità di lavoro «nell’ottica di promuovere e favorire contatti, scambi di informazione e soluzioni condivise presso una sede, la Regio Insubrica, per statuto vocata a svolgere funzioni di intermediazione istituzionale». I rappresentanti dell’associazione hanno discusso infine dell’incontro in programma lunedì 26 marzo a Chiasso con i sindaci lombardi. Secondo le anticipazioni della stampa ticinese l’appuntamento, alle 10 al Teatro di Chiasso, è stato fissato con l’obiettivo di attribuire alla Regio un mandato per promuovere la revisione degli accordi bilaterali del 1974, proponendo il versamento diretto ai comuni, alle province e alla stessa comunità di lavoro dei ristorni dovuti dal Ticino.

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Pubblicato il 12 Marzo 2012
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