Lean production, fondamenta per la produttività di qualsiasi impresa
Il tema della produzione snella ha fatto da filo conduttore dell’Assemblea congiunta dei gruppi merceologici “Terziario Avanzato”, “Legno” e “Varie” dell’Unione Industriali . Confermati i tre presidenti uscenti: Rinaldo Corti, Agostino Molina e Massimo Bianchi
Se l’obiettivo di un’impresa è quello di semplificare il processo produttivo, partire dall’introduzione di sistemi informativi più o meno moderni, siano essi software o applicazioni robotiche, è la mossa sbagliata nel momento sbagliato. Come partire a costruire la casa dal tetto. «In questo modo rischiereste solo di automatizzare la complessità della vostra azienda».
Meglio affrontare il problema da un altro punto di partenza: «Dotare le imprese di un’organizzazione legata alla Lean Production».
È questo il consiglio dato questo pomeriggio dal professore Luigi Battezzati della facoltà di Ingeneria gestionale dell’Università Carlo Cattaneo LIUC, agli imprenditori dei Gruppi merceologici “Legno”, “Varie” e del “Terziario Avanzato” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, che si sono riuniti in assemblea nella sede di Gallarate.
Come sempre, quando si parla di Lean Production, il modello di riferimento è quello dell’industria giapponese, in particolare della Toyota. Esempio tipico di come la filosofia lean permetta alle imprese, siano esse produttive o di servizi, di concentrarsi sulle attività e sui progetti a maggiore valore aggiunto, eliminando gli sprechi, recuperando competitività, produttività e risorse attraverso un’opera di riorganizzazione interna aziendale. «Partendo però da un’analisi del processo manuale, dei vari passaggi, prima ancora di pensare di automatizzare la produzione con sistemi legati ad esempio alla robotica», ha spiegato Battezzati. Basandosi solo sulla tecnologia, infatti, il rischio sarebbe quello di replicare gli stessi sprechi esistenti prima dell’investimento, senza nessun vantaggio in termini di produttività. «Adattando, invece, processi moderni di produzione con un’analisi lean delle proprie attività permette di massimizzare l’impiego di risorse e di applicazioni di sistemi informativi, dando, da una parte, maggior valore alle persone e, dall’altra, potendo far convivere all’interno della stessa azienda altissima tecnologia e altissimo artigianato».
Questo indipendentemente dal proprio comparto di riferimento. Non è, infatti, un caso che un argomento così trasversale come quello della Lean Production nell’innovazione dei processi industriali sia stato scelto per un’assise che ha raccolto imprenditori dei più vari settori. Come quelli del Terziario Avanzato che vanno dall’elaborazione di dati software ai servizi tecnologicamente più avanzati; delle attività “Varie” associate all’Unione Industriali che contano i produttori di abrasivi, di giocattoli, penne e matite, incisori cilindri, oltre alle imprese di pulizia e ai concessionari d’auto; per arrivare infine all’industria del legno e dei mobili.
Realtà che in totale rappresentano il 10,11% delle imprese associate all’Unione Industriali e l’8,17% degli addetti in esse impiegati. In valori assoluti: 216 aziende (146 del Terziario Avanzato, 43 delle Varie, 27 del Legno), per un totale di 5.863 lavoratori. Tre Gruppi merceologici chiamati anche a rinnovare le proprie cariche all’interno della rappresentanza associativa. Tre elezioni che hanno confermato alla guida i tre presidenti uscenti: Rinaldo Corti della Elmec Informatica Spa per il Terziario Avanzato, Agostino Molina della A. Molina & C. Spa per le “Varie”, Massimo Bianchi della Imballaggi Alto Milanese Srl per il “Legno”.
Un settore, quest’ultimo, che, in provincia di Varese, ha visto nel 2011 aumentare il proprio export. Passato ad un valore di 13 milioni, contro i 10,3 milioni del 2010. Fin qui i dati riguardanti le esportazioni che l’Istat inserisce sotto la voce dei prodotti in legno, sughero e paglia. Inverso, invece, il trend per quanto riguarda il comparto dei mobili che nel Varesotto ha subito una contrazione passando dai 60,1 milioni del 2010 ai 53,2 milioni dei 2011. Anche se rimane positiva la bilancia commerciale con un surplus tra esportazioni e importazioni pari a 36,7 milioni di euro.
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