Dopo le critiche, Nino Caianiello se ne va. Il leader dell’area laica del Pdl (che però non ha più cariche dirigenziali)
ha annunciato di volersi autosospendere dal partito. La decisione sarebbe maturata
dopo un’intervista fortemente critica rilasciata da Viviana Beccalossi, parlamentare e vicecoordinatrice regionale di area ex An, a Repubblica. Nel corso del congresso di domenica, la Beccalossi aveva posto la cosiddetta “questione morale” come priorità per il partito, facendo esplicito riferimento alla situazione di Caianiello,
condannato a 5 anni per estorsione per una tangente pagata da un costruttore a Gallarate tra il 2003 e il 2004 e
a 1 anno e 4 mesi per peculato per alcune telefonate private fatte con il telefono della società partecipata gallaratese di cui è stato presidente, amministratore delegato e direttore generale.
La Beccalossi ha riproposto la richiesta a Lara Comi, neo coordinatrice provinciale di Varese, di prendere le distanze dal “mullah”, cosa che evidentemente non è piaciuta allo stesso
Caianiello che avrebbe maturato la scelta di autosospendersi proprio per non creare tensioni all’interno del partito di Silvio Berlusconi.
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