Pubblicità negli ospedali, l’opposizione “accusa” Bresciani
Martedì 20 marzo verrà votata in Consiglio regionale una mozione di censura nei confronti dell'assessore alla Sanità. Le minoranze: «Palese mendacità delle sue dichiarazioni»
«Dichiarazioni palesemente mendaci». È questa l’ "accusa" che le opposizioni in Consiglio regionale rivolgono l’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani. Per questo martedì 20 marzo Idv, Pd, Sel, Udc e Pensionati presentano una "mozione di censura" nei suoi confronti. Al centro della richiesta, la vicenda relativa a un progetto di diffusione di messaggi pubblicitari all’interno degli ospedali lombardi, "Tele Ospedale". Se approvato, questo tipo di atto non comporta le dimissioni o il decadimento dell’assessore, ma nel caso tocca al presidente della Giunta Roberto Formigoni prenderne atto e riferire al Consiglio sulle sue decisioni.
La mozione – Nella mozione (num. 294, si può cercare facilmente sul sito del Consiglio regionale), si fa riferimento a una vicenda che riguarda l’apertura di un bando per trovare una concessionaria pubblicitaria che si occupi della trasmissione di messaggi pubblicitari (video e manifesti) in 19 aziende ospedaliere (capofila dell’iniziativa l’AO di Desio e Vimercate). Secondo la ricostruzione della mozione, il servizio fu affidato a Multimedia Hospital s.r.l. (30 marzo 2010). Nel testo si fa poi riferimento ad un’inchiesta milanese condotta dal pubblico ministero Fabio de Pasquale proprio su questa vicenda che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di diverse persone fra cui l’allora capo di Gabinetto di Bresciani, il patron di Multimedia hospital s.r.l. e dell’allora direttore dell’AO di di Desio e Vimercate.
Nella mozione si legge che «nel periodo successivo all’avvio delle indagini, si verificarono numerose segnalazioni di cittadini che rivelavano la presenza di messaggi pubblicitari in strutture ospedaliere quali AO Antonio Abate di Gallarate, AO Circolo di Busto Arsizio e AO S. Carlo Borromeo di Milano».
A questo punto, l’Idv presenta un’interrogazione (21 settembre 2011) in cui chiede a Bresciani se «non è forse il caso di pensare a un congelamento e sospensione dell’attività pubblicitaria». Il 19 ottobre 2011 Bresciani risponde (nella mozione è allegato il verbale della seduta della Commissione): «L’AO di Gallarate ha deciso, in via cautelativa, di non procedere all’attivazione del servizio. Per l’AO di Busto Arsizio, stessa risposta».
Ed è qui il centro della mozione e quindi della richiesta di "censura": «un sopralluogo presso l’AO di Busto effettuato il 3 novembre 2011 mediante l’ausilio di strumenti digitali, smentisce categoricamente quanto affermato dall’assessore Bresciani nonché quanto descritto e sottoscritto nel successivo documento del 25 ottobre 2011 fatto pervenire agli interroganti».
Insomma, secondo i sottoscrittori della mozione c’è «palese mendacità delle dichiarazioni rese da Bresciani» e quindi chiedono al Consiglio di esprimere la «propria censura nei confronti dell’assessore».
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