Vittore Angelini, il veterinario che corre nel deserto
Il 43enne ha partecipato ad inizio marzo alla “100 Km nel Sahara” in Tunisia: appassionato di triathlon e maratona, ha provato l'esperienza della "corsa estrema" e ci racconta com'è andata
Correre nel deserto per cento chilometri non è cosa da tutti. L’impresa l’ha compiuta Vittore Angelini, 43 anni, veterinario varesino con studio a Buguggiate: è partito armi e bagagli alla volta della Tunisia e ha partecipato alla “100 Km nel Sahara”, gara partita da Ksar Ghilane il 6 marzo e arrivata dopo 5 tappe a Douz il 9 marzo, dopo 4 giorni di avventura, corsa e divertimento. «Sono andato da solo – spiega Angelini -. Da tempo sono appassionato di corsa e dopo un viaggio in Africa mi sono innamorato del deserto: con questa gara ho unito queste due passioni e devo dire che sono più che soddisfatto». Vittore Angelini fa parte dell’associazione sportiva “Varese Triathlon”, ha partecipato ad alcune gare (tra cui un mezzo Ironman a Mergozzo) e vanta un dignitosissimo 3h38’ nella maratona, ma con quelle che vengono definite “corse estreme” era all’esordio assoluto: «Sono arrivato 21° su circa 150 partecipanti – spiega il veterinario con la passione per la corsa -. Non sono partito con l’idea di fare un tempo o un piazzamento particolare, ho deciso di provare questa esperienza con lo spirito il più libero possibile e devo dire che è andata bene così. Ho vissuto momenti bellissimi ed emozionanti, c’erano tante persone da ogni parte del mondo: tanti italiani, ma anche da Honk Hong, Argentina e tanti altri paesi del mondo. La corsa non aveva come finalità principale la competizione, tant’è che hanno partecipato giovanissimi e anziani, il più giovane un 18enne che ha corso col padre, la più vecchia una signora di 82 anni che ha camminato facendo il percorso a tappe, non finendole tutte, ma arrivando alla fine felice e contenta. L’età media dei partecipanti era di circa 35/40 anni. C’era anche un gruppo di sordomuti ed un cieco con l’accompagnatore, segno dell’apertura della corsa». La "100 km del Sahara" a tappe è una gara di "Trail-Running-Adventure" ed è giustamente considerata la gara di contatto con il mondo delle corse estreme: «Abbiamo trovato il clima perfetto per correre – prosegue Angelini -. Non faceva caldo, anzi, e di notte la temperatura è andata ampiamente sotto zero, fino ai meno 4°. Dormivamo in tende berbere a fine tappa, con cibo da campo preparato dall’organizzazione, devo dire ottimo. Abbiamo anche visto la pioggia sulle dune, veramente suggestivo, come la tappa in notturna, emozionante. Diciamo che questa gara non ha nulla a che vedere con la mitica “Marathon de sable”, dove le difficoltà e le avversità sono senza dubbio maggiori. Ho provato questa esperienza e ne sono ben contento: con un po’ di allenamento e un po’ di predisposizione alla fatica tutti ci possono riuscire. Fare il passo successivo sulla strada delle gare estreme? Per ora mi basta così, ho voglia di tornare in bici per preparare la gara di triathlon di Arona in programma a luglio».
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