Canton: “Bossi gigante della politica”
Il segretario provinciale difende il fondatore e afferma che il carroccio affronterà i prossimi passaggi con la massima unità verso il congresso
Le dimissioni di Umberto Bossi scuotono la politica, ma come cambiano le cose nella Lega di Varese? Il segretario provinciale è Maurilio Canton ed è amareggiato per quanto accaduto ma per lui la linea non cambia. Proclamato durante il congresso di ottobre, dopo una dura battaglia con i maroniani. Era stato presentato come uno che doveva fare piazza pulita, ma una volta divenuto segretario provinciale si è comportato come un capo super partes.
Ma nel pomeriggio il direttivo provinciale lo ha sfiduciato.
. «Lavoro per la Lega e basta – spiega – senza divisioni. Siamo tutti dello stesso movimento e l’ho detto fin dal primo giorno del mio mandato. Penso di aver dimostrato con i fatti che era mia intenzione gestire il partito in maniera unitaria e super partes, e così continuerò a fare. Congresso? certo, sono anche io il primo a volerlo». Che è successo a Bossi? «Ha lasciato per difendere il movimento, in questo è stato gigantesco, in una politica dove non si dimette mai nessuno, lui ha fatto un passo indietro per difendere tutto noi, il suo movimento, ma Bossi resterà sempre Bossi». Ma le accuse sono pensanti: «La magistratura farò il suo corso – sostiene – intanto non può sfuggire che siamo vicini alle elezioni e che questa vicenda sta distogliendo l’attenzione dal governo Monti, che era in grande difficoltà, e che oggi beneficia di questo spostamento di attenzione». Ma le voci sull’entourage di Bossi non le avevate sentite? Anche lei è accreditato come uno degli esponenti vicino alla famiglia Bossi. «Qualche segnale c’era stato, ma siamo noi i primi a volere chiarezza. Lo decideranno i magistrati. Io non so chi siano le persone descritte nelle intercettazioni. Conosco una sola Lega che è quella dei militanti. Comunque il partito aveva già nominato delle persone per controllare i conti, c’è un organismo di garanzia che aveva già iniziato a lavorare. Però attenzione, nell’indagine ci sono spesso dichiarazioni di intercettazioni, ma bisogna ancora vedere le carte».
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