“Chiuso per tasse” e il negozio apre un quarto d’ora dopo
La protesta dei commercianti di Besozzo è in programma il prossimo 3 maggio. A sostenerla il sindaco Fabio Rizzi e la sezione locale della Lega Nord
Serrande abbassate per un quarto d’ora contro il "Governo delle tasse". Accadrà a Besozzo dove il prossimo 3 maggio per fare compere nei negozi del paese si dovranno attendere almeno quindici minuti dall’orario di apertura pomeridiana. Un gesto di protesta, organizzato dalla sezione locale della Lega Nord e sostenuto dal sindaco del paese, il senatore del Carroccio Fabio Rizzi. L’iniziativa, spiega il sindaco, «è presa in prestito da un caso simile già avvenuto in provincia di Viterbo». "15 minuti contro il Governo delle tasse" è il messaggio che sarà esposto dagli imprenditori. Una presa di posizione in linea con le recenti battaglie della Lega contro l’esecutivo tecnico di Mario Monti, da ultimo lo sciopero dell’Imu annunciato dall’ex ministro Roberto Maroni. «La finalità del nostro gesto – ha spiegato Rizzi – è ovviamente quella di sensibilizzare la popolazione sui danni che può fare una politica costruita sulla pressione fiscale attraverso la voce chi sta soffrendo di più, ovvero i commercianti e i titolari delle piccole e medie imprese nei confronti della politica di questo governo che pur parlando di incentivi e di tagli di fatto continua a tradursi in un aumento sconsiderato dell’imposizione fiscale».
Secondo le stime della sezione dovrebbero aderire sette esercenti su dieci: «Abbiamo distribuito 65 cartelli – spiega Marcello Novelli, il segretario della Sezione di Besozzo – pari a circa il 70 per cento delle attività presenti sul nostro territorio. Ma l’invito non si rivolge solo ai negozianti, anche artigiani e altri imprenditori hanno aderito». Come Attilio Vanoli, titolare di un’industria specilizzata nella produzione di componenti per elettrodomestici: «Le imposte esagerate sono solo uno degli ostacoli all’attività di impresa nel nostro paese – spiega -. Non è semplice fare gli imprenditori oggi. Si naviga a vista, in un futuro segnato dall’incertezza». La sua azienda è passata dai 125 dipendenti prima della crisi agli 80 di oggi. «In questi anni posso dire di aver capito una cosa: non si possono perdere colpi, bisogna sempre essere competitivi. Un esempio? Un aggiornamento sull’organizzazione della mia azienda mi ha permesso di far risparmiare ai clienti il 20 per cento. E questo ha fatto la differenza. Ma per poterlo fare ho dovuto fare un investimento non indifferente». Ottenere credito oggi non è da tutti… «Infatti non ho ottenuto prestiti dalle banche. Ho usato le mie risorse perchè avevo fatto la "formica" negli anni passati, altrimenti avrei già chiuso».
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