Regione Lombardia, Davide Boni si dimette
Anche il presidente del Consiglio regionale (Lega Nord) indagato per tangenti fa un passo indietro. Resta un semplice consigliere
Alle 12 i giornali on line lo davano già per dimesso. Ma lui in realtà stava presiedendo per l’ultima volta la seduta del Consiglio regionale della Lombardia. Davide Boni si è dimesso alle 14 di martedì 17 aprile da presidente, ma resta consigliere del gruppo Lega Nord.
Come l’avviso di garanzia gli era arrivato durante una seduta dell’Aula, così la sua avventura di presidente dell’Assemblea finisce un martedì durante la pausa dei lavori.
«Un mese fa Umberto Bossi, davanti alle mie dimissioni, ha detto "Tu non ti muovi" – spiega Boni ai giornalisti -. Ieri i triumviri Maroni e Calderoli mi hanno rinnovato la fiducia del partito. Ma io, insieme alla mia famiglia, ho deciso di fare questo passo». E sono state proprio quelle di Maroni e Calderoli le prime due telefonate ricevute dopo la decisione.
L’ormai ex presidente del consiglio – le sue dimissioni saranno ratificate mercoledì mattina al protocollo – ripercorre la sua storia nella Lega. «Sia chiaro – continua – senza la Lega in cui milito da 22 anni e senza Bossi oggi non sarei qui. Diciamo che anche io posso dire che per la prima volta disubbidisco al capo e faccio un passo indietro (stessa frase di Rosi Mauro, ndr). Voglio seguire proprio l’esempio del mio presidente federale: se fa un passo indietro lui, diviene un imperativo morale per me seguirlo». Un obbligo morale quindi, per Boni, che tiene però a sottolineare la sua totale estraneità sia ai fatti che stanno sconvolgendo via Bellerio in queste settimane, ma ancora di più ai fatti contestati nell’indagine a suo carico su presunte tangenti prese quando era assessore all’Ambiente nella scorsa giunta Formigoni.
E sulla situazione del presidente lombardo che ha dichiarato che "andrà avanti fino al 2015", Boni si limita a dire che «il governatore non ha certo bisogno di me per difenderlo» .
Il suo sostituto verrà votato nella prossima seduta del Consiglio regionale prevista per martedì 8 maggio. Sarà un altro espondente della Lega Nord.
Un mese di tempo quindi, da quel martedì 6 marzo, per decidere di lasciare lo scranno più alto del Consiglio. Resta un "semplice" consigliere regionale della Lega Nord. Le opposizione avevano chiesto le sue dimissioni da subito, ma era stato appunto lo stesso Umberto Bossi a chiedergli di restare al suo posto. Ma ormai, nella Lega, tutto è cambiato.
Ieri, lunedì 16 aprile, Roberto Maroni e Roberto Calderoli – membri del triumvirato che guiderà il partito fino al congresso federale – erano in Consiglio regionale per una riunione con il gruppo leghista. In concomitanza alla riunione, l’assessore leghista Monica Rizzi aveva annunciato le dimissioni (che verrà molto probabilmente sostituita dalla leghista bustocca Luciana Ruffinelli). E dopo l’incontro con Maroni e Calderoli, era stato lo stesso capogruppo Stefano Galli a dire che, sul caso Boni, «nessuno può sentirsi immune».
Sempre martedì 17 aprile il Consiglio ha votato all’unanimità le dimissioni di Renzo Bossi.
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