Una petizione per la nuova 341: “Più galleria e niente viadotto a San Macario”
Le opposizione unite - centrosinistra, finiani, lista civica - lanciano domenica l'operazione. Qualche dubbio su Parco del Ticino: "Speriamo che il nuovo presidente confermi il giudizio negativo sull'opera"
Il Parco del Ticino cambierà opinione sull’impatto ambientale della nuova superstrada 341? ll dubbio – all’indomani della nomina dei nuovi vertici – viene avanzato a Samarate, dalle opposizioni impegnate (tutte insieme) nella battaglia per rendere meno pesante l’impatto la nuova strada veloce prevista nei boschi tra Gallarate, Busto e Samarate. «Il Parere del parco oggi ritiene troppo impattante l’opera: auspichiamo che il nuovo presidente del Parco, che veste la casacca di CL, non cambi parere» dice Luca Gallazzi, esponente di Futuro e Libertà, che dice anche che è «facile immaginare un asse trasversale che faccia cambiare il parere facendolo diventare positivo».
Samarate è il Comune maggiormente interessato dall’opera: il territorio è attraversato da Nord a Sud, la strada correrà tra i margini degli abitati a ovest – Verghera, Samarate, San Macario – e il bosco a est. Le minoranze ottennero un impegno per chiedere ad Anas e Ministero una serie di modifiche al progetto (più tratti interrati, compreso uno al posto del grande viadotto di San Macario), ma l’amministrazione comunale ha deciso di portare avanti una linea più “morbida”, anche nel timore di non essere incisiva nel confronto con Roma. «La maggioranza aveva preso un impegno, c’era una delibera: disattenderlo così è una mancanza di democrazia» attacca Ilaria Ceriani,
segretario del Pd. Oggi le opposizioni rilanciano la campagna per chiedere un’opera meno invasiva: lo fanno con una petizione che vuole andare anche al di là dei confini samaratesi e che impegnerà tutte le opposizioni (Pd, Italia dei Valori, Futuro e Libertà e la lista civica Città e Vita). «Siamo consapevoli che la popolazione è ancora un po’ lontana da questo tema, non ci si rende conto dell’impatto che avrà l’opera. Per questo lanciamo nuova campagna di sensibilizzazione, con petizione e raccolta firme: siamo fiduciosi che si possa tornare in consiglio comunale e si possa prendere una posizione più forte». Le minoranze daranno il via all’operazione domenica 29 aprile, si andrà avanti con banchetti settimanali fino all’ultima domenica di maggio, toccando tutte le frazioni.
Nel frattempo, la petizione girerà anche in altre zone, perché la posizione assunta dal territorio sarà inviata anche direttamente al Ministero delle infrastrutture: Legambiente per esempio raccoglierà firme anche a Cassano Magnago, interessata dal “peduncolo” Pedemontana-336 e dove c’è qualche preoccupazione per l’impatto dell’opera sulle aree di esondazione dei torrenti che attraversano la cittadina.
Il "fotoviaggio": i luoghi dove passerà la nuova Statale 341
Cosa chiede la petizione? Il testo si rifà a quello votato lo scorso anno, a luglio, dall’intero consiglio comunale: si chiede una maggiore percentuale di percorso interrato (60%) e la rinuncia al viadotto di San Macario, opera faraonica dal momento che comprende anche una terza carreggiata esterna in viadotto e un passaggio in trincea a fianco (nella foto). Altra richiesta: mitigazioni ambientali (nuove piantumazioni, aree attrezzate) e un progetto preciso per “declassare” a strada locale l’attuale 341 che attraversa gli abitati. «L’ipotesi c’era già nel nostro Pgt, bocciato dall’attuale maggioranza» ricorda l’ex sindaco e attuale capogruppo del Pd Vittorio Solanti. Ora bisogna fare un passo in più per definire meglio il percorso.
Solanti stesso ammette che – di fronte ad un’opera prevista dalla Legge Obbiettivo – la capacità di pressione da parte del territorio è solo minima. Ma è una mossa che si ritiene giusto fare: «Questo territorio sta esplodendo, sia dal punto di vista ambientale che per le conseguenze sulla popolazione: 500/600mila metri quadrati di boschi e prati vengono asfaltati, circa il 5-6% del nostro territorio comunale. Per questo auspichiamo migliaia di firme a supporto di questo documento». Rincara la dose anche Giuseppe Ballacchino, IdV, che solletica l’amministrazione leghista: «Facile proclamare la difesa del territorio: quando si deve farlo, è ben più difficile».
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