Bossi e i figli sono indagati

L'inchiesta riguarda l'uso dei rimborsi elettorali. La segretaria aveva detto che il leader sapeva tutto. Renzo e Riccardo Bossi sono accusati di appropriazione indebita, il fondatore del Carroccio di concorso in truffa alla stato

Umberto Bossi è indagato dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sull’uso dei rimborsi elettorali alla Lega. Il fondatore del Caroccio è accusato di concorsi in truffa ai danni dello stato. I figli Renzo e Riccardo Bossi sono indagati per appropriazione indebita. E’ coinvolto anche il senatore Piergiorgio Stiffoni, raggiunto da un’informazione di garanzia per peculato nell’ambito dell’uso dei fondi al senato.

Il nome di Umberto Bossi e le notizie riguardanti le presunte elargizioni ai suoi figli, erano filtrate prima attraverso le intercettazioni telefoniche e poi negli interrogatori che hanno coinvolto di dentnti della sede di via Bellerio, tra cui le ormai note rivelazioni fatte dalla segretaria Nadia Dadraga.

 

Secondo le agenzie di stampa le dichiarazioni della segretaria Nadia Dagrada sarebbero uno degli elementi su cui si fonda l’accusa di truffa ai danni dello stato a carico del Senatur. Il quale risponde come legale rappresentante del partito in quanto firma i rendiconti che portano all’erogazione dei rimborsi elettorali. Nei confronti del leader del Carroccio, a differenza dei suoi due figli, non c’è invece alcuna contestazione che riguarda presunte spese personali. Sempre secondo quanto riferiscono le agenzie, il fondatore del Carroccio avrebbe avuto consapevolezza delle spese del partito ma poteva anche non essere a conoscenza nel dettaglio di come il denaro venisse utilizzato, per esempio, dai suoi figli, Renzo e Riccardo.

 

La vicenda nasce dall’uso dei rimborsi elettorali fatto dall’ex tesoriere Francesco Belsito, a sua volta indagato, e che fino a questo momento coinvolgono Bossi poiché secondo le indagini sarebbe stato al corrente del fatto che il denaro era utilizzato anche al di fuori degli usi consentiti dalla legge in materia di rimborsi elettorali.

La vicenda ha molti filoni aperti. Tra le notizie che hanno fatto più sensazione vi cono certamente quella della laurea in Albania intestata a Renzo Bossi, che va ancora chiarita, e la cartella “the family”, che Belsito teneva in via Bellerio e che documenterebbe le spese affrontate per mantenere alcune necessità dei figli di Bossi.

La procura di Milano ha informato i media degli avvisi di garanzia con uno scarno comunicato dal quale risulta indagato anche un imprenditore, Paolo Sala, per riciclaggio. La notizia è stata commentata dall’eurodeputato Mario Borghezio: “Per noi patrioti indipendentisti, questa inchiesta significa un’ennesima medaglia sul petto di Bossi».

Nella sua pagina di facebook, Roberto Maroni ha scritto oggi questo messaggio: «Voglio una Lega unita, voglio una Lega forte, voglio una Lega viva. Una Lega che si concentra sulle cose da fare e non sulle menate interne, che progetta e governa, che dà risposte. Largo ai giovani e a chi è capace. Per faccendieri, ladri e ciarlatani non c’è posto nella Lega del futuro».  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Maggio 2012
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