Caravati: “Le volumetrie della Cantoni le votò Guenzani”

L'ex vicesindaco ricorda che la quantità di edifici edificabili nella zona della Cantoni fu fissata nel 1991, quando erano al governo socialisti e democristiani. "Oggi quell'intervento darà comunque lavoro in tempi di crisi"

Passati due anni dall’ultima modifica al progetto, la ripresa dei lavori di demolizione degli ultimi resti della fabbrica ha riportato l’attenzione sul progetto dell’area di via Cantoni. Il centrodestra passa all’attacco e parla l’ex vicesindaco Paolo Caravati: «L’assessore Senaldi, prima di fare le recenti dichiarazioni sull’argomento, avrebbe dovuto guardare con un po’ di attenzione le carte in modo da avere maggiore contezza della questione». L’esponente del PdL ricorda che «l’area Cantoni nel 1991 era stata oggetto di una variante al Piano Regolatore che aveva portato la volumetria a quella attuale (circa 70.000 m3)». Un’operazione fatta dalla giunta guidata da Di Lella e «l’assessore alla Programmazione territoriale era l’attuale signor sindaco di Gallarate, ingegner Edoardo Guenzani, vincitore di un premio Attila (non glielo hanno conferito per caso!)».
Caravati quindi sottolinea che «da quel momento (non dopo!) il proprietario aveva acquisito il diritto a costruire la volumetria stabilita». Nel tempo però i progetti sull’area andarono a modificarsi: il Comune al momento di realizzare l’Ipc “G.Falcone” chiese al proprietario dell’area Cantoni che gli fosse ceduto gratuitamente il terreno necessario. «Il proprietario ha accettato a condizione che gli fosse mantenuta la totale volumetria assegnatagli dalla variante di cui si è detto». Per questo Caravati ricorda le responsabilità di Guenzani sulla volumetria d’intervento sull’area, su cui poi si sono appunto votati i progetti, mutati diverse volte anche per la delicatezza dell’intervento in centro città.

Secondo Caravati, in ogni caso, l’intervento corposo previsto resta positivo: «In questi momenti di profonda crisi economica, questo intervento edilizio darà lavoro a un certo numero di impiegati, operai, artigiani e all’indotto dell’edilizia. Oltre, naturalmente, a portare nelle casse del Comune una discreta somma di oneri di urbanizzazione». L’intervento sulle volumetrie è, secondo Caravati, comunque preferibile ad una operazione di tassazione diretta, con Imu e Irpef.

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Pubblicato il 05 Maggio 2012
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