Consumo di suolo in provincia di Varese: numeri da emergenza

Legambiente rilancia: “E‘ urgente un’inversione di tendenza”

Mille e ottocento ettari urbanizzati tra il 1999 e il 2007 in tutta la Provincia: una cifra che, per dare un’idea, è superiore alla metà della superficie della città di Varese. E arrivano quasi a mille gli ettari di suolo agricolo persi nello stesso periodo di tempo, poco meno le aree naturali scomparse. Sono numeri allarmanti quelli che il coordinamento provinciale di Legambiente rilancia in occasione della presentazione del “Rapporto 2012” del Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, l’osservatorio fondato dall’associazione ambientalista e dall’Istituto Nazionale di Urbanistica con il Politecnico di Milano – Dipartimento Architettura e Pianificazione.
Un dossier che fotografa l’emergenza in tutta la Lombardia: 130mila metri quadrati di prati, campi coltivati, boschi quotidianamente vengono distrutti in regione.

«Una netta inversione di tendenza è quello che chiediamo alla politica – dichiara Alberto Minazzi, coordinatore dei circoli del Cigno Verde della provincia di Varese  -. Il consumo di suolo è infatti in primo luogo l’effetto di scelte urbanistiche la cui responsabilità è in capo ai Comuni. Per questo ciascuno di essi deve dotarsi di un proprio e coerente censimento dell’uso del suolo prima di assumere qualsiasi decisione: si sente sempre di più la mancanza di una adeguata “contabilità”, e ciò depotenzia fortemente qualsiasi politica di contrasto degli sprechi di una risorsa strategica qual è il suolo agricolo e forestale»
 
Altro tema decisivo, secondo Legambiente, è quella della fiscalità: «E’ ora di fornire strumenti ai Comuni che possano incentivare il recupero di aree già urbanizzate, invece che costringerli a considerare gli oneri di urbanizzazione per interventi su suolo libero la risorsa principale per il proprio bilancio».

I dati per la città di Varese
La superficie urbanizzata della città di Varese è di circa 2350 ettari, su una estensione complessiva di poco superiore ai 5460.
Tra il 1999 e il 2007 sono stati 28 gli ettari urbanizzati, con un conseguente scomparsa di 6 ha di suolo agricolo e di più di trenta di boschi e di ambienti seminaturali (la superficie coperta da arre umide e copri idrici è invece lievemente aumentata).
Approfondimenti e dati per ogni Comune della provincia sono consultabili sul sito www.consumosuolo.org

Il consumo di suolo nell’area montana
Nel “Rapporto 2012” gli autori dedicano un approfondimento specifico al problema della cementificazione nell’area montana.
«Il fenomeno del consumo di suolo all’interno di spazi così ristretti e soggetti a vincoli fisici – si legge nel dossier – dovrebbe essere oggetto di attenta valutazione all’interno delle politiche di governo del territorio, in considerazione delle funzioni strategiche che attengono al “patrimonio” di suoli liberi». L’associazione ambientalista denuncia che la quasi totalità dei fondovalle prealpini ha patito negli ultimi decenni una crescita edilizia cospicua e disordinata, che ha portato i paesi a fondersi tra loro un un’unica conurbazione lineare: “Questo è evidente soprattutto nel caso della provincia di Varese – sottolinea Alberto Minazzi -, in cui le aree urbanizzate, complice la poca pendenza, hanno occupato tutti gli interstizi, sia in direzione Nord Est, verso il Lago di Lugano (Valganna, Valceresio, Valmarchirolo), sia lungo l’asse Nord Ovest, verso il Lago Maggiore (Valtravaglia, Valcuvia).”
A riprova di ciò, le Comunità Montane della Provincia di Varese – Piambello e Valli del Verbano – risultano avere le più alte percentuali di territorio insediativo (cioè quello in cui le caratteristiche morfologiche consentono l’edificabilità) utilizzato: più del 60%. «Numeri allarmanti – conclude Minazzi -. E le risposte sono ancora troppo lente».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Maggio 2012
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