Cosa c’è dietro una tazzina di caffè?

"Black Gold", un documentario racconta il mercato internazionale del caffè. L'appuntamento è per mercoledì 16 maggio

Le scelte che i consumatori effettuano al momento dell’acquisto e del consumo dei prodotti alimentari, come il caffè, determinano conseguenze rilevanti sul piano economico e sociale per i produttori. Questo è quello che fa notare Tadesse Meskela, direttore generale di una cooperativa di coltivatori di caffè in Etiopia, che è inserita nel circuito del commercio equo e solidale. Meskela è il protagonista di "Black Gold", documentario inglese che verrà proiettato mercoledì 16 maggio a Viggiù alle 21.00 presso il salone della SOMS oin via Borromeo 19.

L’iniziativa ad ingresso gratuito è promossa da Arci in collaborazione con l’associazione Ago della Bilancia ed è inserita nella rassegna di cinema ambientale "Di terra e di cielo" (un progetto di Filmstudio ’90, Legambiente e Lipu). Al termine della proiezione verrà ricordato Multatuli, autore di Max Havelaar, con un approfondimento sui temi del commercio equo di caffè. Seguirà rinfresco in collaborazione con Ago della Bilancia.


IL DOCUMENTARIO

Il documentario segue gli spostamenti di Meskela attraverso gli incontri con i suoi coltivatori prima, e con gli acquirenti internazionali poi, per delineare con efficacia il percorso che compie il caffè, non solo dal punto di vista produttivo, ma soprattutto legandolo alle scelte economiche internazionali e alle loro drammatiche conseguenze, prima di arrivare nelle tazze di milioni di consumatori. Il giro di affari legato all’industria del caffè è di circa 80 miliardi di dollari l’anno, ma la situazione dei coltivatori etiopi è sempre più disperata, dal momento che percepiscono per il loro raccolto delle cifre totalmente insufficienti a garantire loro la sopravvivenza. La macchina da presa segue i coltivatori nei campi, entra con discrezione nelle loro case, dialoga con i familiari, mostrando senza retorica la sofferenza di persone che non sanno e non possono ribellarsi allo sfruttamento da parte del mercato mondiale. Nel frattempo accompagna Tadesse nei supermercati inglesi mentre cerca il proprio caffè tra gli scaffali dedicati ai prodotti del Fair Trade, tra le indicazioni svogliate e ottuse di un commesso e i clienti indifferenti che si accalcano a comprare il caffè solubile di note multinazionali.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Maggio 2012
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