Gli alunni riscoprono i luoghi storici

Comune e scuola hanno proposto ai bambini un viaggio alla scoperta dei cortili storici. Un tuffo nel passato alla scoperta delle tradizioni

LuvinateComune e Scuola per riportare alla memoria antiche usanze, ma soprattutto far apprezzare alle nuove generazioni la ricchezza storica e culturale di luoghi ormai quasi dimenticati: i cortili.
E’ questo il progetto sviluppatosi nel corso dell’anno, su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili del Comune di Luvinate ed alcune insegnanti della Scuola primaria: un percorso didattico che ha portato i bambini a studiare e visitare una delle caratteristiche sociali più importanti delle terre lombarde.
Il cortile lombardo è infatti un’area scoperta tra edifici, destinata a dare luce e aria agli ambienti interni, al passaggio delle persone, o ad altre funzioni. Esempi di cortili si trovano già nelle antiche civiltà, in Egitto, a Creta, nel modo greco-romano, in cui la casa si sviluppava intorno ad atrii e peristili scoperti. Una delle caratteristiche più celebri dei cortili lombardi è  la ringhiera, una protezione in legno che delimita i ballatoi interni al cortile, posta di fronte ai locali dei piani superiori. Nel passato il cortile era a tutti gli effetti un abitato agricolo provvisto di fienili, stalle e pollai. Oggi l’uso è quasi esclusivamente di tipo residenziale.

Un angolo ricostruito per mostrare le tradizioni contadine

I cortili avevano una loro denominazione: a volte il nome dato si riferiva al cognome della famiglia abitante nella corte, altre volte la denominazione era data dall’uso particolare della corte, oppure dal soprannome di chi l’abitava.
Questo progetto pluriennale è partito con una visita guidata delle scolaresche a tre luoghi caratteristici di Luvinate: il cortile Scirello, il cortile Selvapiana e la splendida Villa Mazzorin. Successivamente alcuni “anziani” che vivono o posseggono appartamenti all’interno di questi abitati si sono recati a scuola per mostrare agli alunni attrezzi legati al lavoro agricolo che si usavano nel passato e, per raccontare anche attraverso la saggezza popolare che si riscontra nei proverbi, la vita quotidiana di adulti e bambini dell’epoca.
Un proverbio che ha molto divertito i ragazzi è stato: “ Var pussee un ratt in bocha a’r gatt, che un omm in mann a’n aucatt” che tradotto vuol dire “ meglio essere preda di un gatto che finire in mano a un avvocato”.
Il progetto si svilupperà nei prossimi anni con lo studio di altri cortili e luoghi caratteristici del paese, concludendo con una giornata di primavera in cui i ragazzi della scuola faranno da “Ciceroni” per tutti quelli che volessero saperne di più.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Maggio 2012
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