Napolitano, vent’anni dopo Capaci “C’è ancora un rischio stragi”

Il presidente si commuove ricordando i giudici caduti nel ’92 e avvisa chi cerca il salto nel buio: "Avranno la risposta che si meritano". Dopo le commemorazione nell’aula bunker, il corteo ha portato i giovani sotto la casa del giudice Falcone

Napolitano e la moglie, il premier Monti con i ministri Severino, Profumo e Cancellieri, Maria Falcone, Pietro Grasso, Claudio Baglioni ma sopratutto centinaia di studenti. E’ affollatissima l’aula bunker del Tribunale di Palermo per il ventesimo anniversario della strage di Capaci. Vent’anni sono passati ma noi oggi «siamo più forti del ’92 grazie all’esempio di Falcone e Borsellino e al loro messaggio divulgato dalle Carovane della Legalità e con il lavoro delle scuole», ha esordito il Presidente della Repubblica Napolitano prima di commuoversi. Ma il ricordo non può non volare a Brindisi e ad un sospetto che pesa come un macigno: «non possiamo escludere che ci sia la volontà di tornare ad un’epoca stragista». Questa volta però, assicura Napolitano, «avranno la risposta che si meritano» precisando poi tra gli applausi che «se hanno stroncato la vita di Melissa la pagheranno! Saranno assicurati alla giustizia!».

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Il corteo verso la casa di Falcone 4 di 16

E davanti ad una platea essenzialmente di giovani, tra cui anche quelli della delegazione dell’ITC Tosi e del Collegio Rotondi, è il ministro Profumo a precisare che «la scuola è il presidio della legalità, anche dove lo Stato non arriva». Il ricordo di Falcone e Borsellino viene poi affidato a chi con lui ha condiviso parte della loro vita, primo tra tutti Pietro Grasso. «Falcone aveva una forza incredibile -ricorda il Procuratore Nazionale Antimafia – e sono stati necessari 500kg di tritolo per fermarlo».

«Abbiamo molto apprezzato il discorso del presidente – dicono alcuni studenti seduti nell’aula Bunker – perchè non ha negato l’esistenza della mafia anche al Nord». «Bisogna stare molto attenti – commenta un altro giovane studente – anche perchè c’è sempre il rischio di cadere nella retorica sterile». Ma al di là delle parole pronunciate dai più alti vertici dello Stato, l’emozione è stata tanta anche solo nel mettere piede all’interno di quell’aula di tribunale in cui sono stati condannati di vertici di Cosa Nostra. «Grazie alle indagini e alle innovazioni di Falcone e Borsellino – ricorda Napolitano – oggi tutti i vertici di Cosa Nostra (tranne uno) sono condannati all’ergastolo».



E mentre all’interno dell’aula bunker veniva ricordata solennemente la strage, in molte altrepiazzee parchi della città la pioggia battente che è caduta per tutta la mattina non ha fermato momenti di ricordo e di festa.

Sono stati moltissimi i giovani all’interno dei ribattezzati “villaggi della legalità” ad aver preparato striscioni e gadget per il lungo corteo in programma per il pomeriggio. Infatti, da via D’Amelio e dal Carcere dell’Ucciardone poco dopo le 16 sono partiti rumorosi e colorati gli studenti per convergere in via Notarbartolo, ai piedi della casa di Falcone dove si innalza l’ormai celebre albero a lui dedicato. Anche la pioggia si è fermata davanti alla gioia e alla vitalità del corteo e un caldo sole ha squarciato la coltre di nuvole nere. Il clima di festa si è però interrotto alle 17.58 nel momento esatto in cui il tritolo ha interrotto la Palermo-Trapani uccidendo il magistrato, la moglie e due agenti della scorta.

«Ci rivediamo qui tra un anno esatto -incita dal palco un ragazzo della Fondazione Falcone- ma mi raccomando: chi è stato qui non può più tornare indietro nella strada della legalità».

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Pubblicato il 23 Maggio 2012
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