Un’occasione persa

La mostra omaggio ad Aldo Alberti a Palazzo Cicogna presenta il percorso dell’artista e lascia qualche dubbio

L’occasione in sé era ghiotta, lasciarla sfuggire non poteva e non doveva essere messa nel conto.
A qualsiasi costo. 1912 – 2012, cento anni esatti.
Lo studio di un artista ancora ingombro da una molteplicità di tele, facile luogo per  reperire cento quadri. Ancora meno difficoltoso immortalare il quotidiano di un’esperienza pittorica attraverso cento scatti fotografici.
Gli elementi del desiderio stavano lì, ben visibili, nella fisicità dell’autore e delle sue tele, nella molteplicità dei tanti gesti da compiersi lungo il quotidiano andare del tempo durante una qualsiasi giornata. Bastava soltanto  selezionare, cogliere,  presentare.
L’intenzione di una possibile mostra offriva appoggio alla giusta misura che l’idea di un omaggio all’autore sollecitava, sia per la straordinaria longevità artistica di Aldo Alberti sia per l’opportunità che la sua viva presenza poteva ancora offrire, in termini collaborativi, nel ricostruire il percorso delle sue tele e della sua vita.
Il desiderio, auspicato da molti, non si è concretizzato.
La troppa fretta ha rincorso solo l’evento senza che ve ne fosse una vera ragione, e ha bruciato ogni attesa.
Così, il giusto sentimento di riconoscenza dovuto all’artista, svuotato da un corretto rapporto personale e professionale, ha lasciato il passo ad intenzioni di tutt’altra natura
Una più rispettosa e professionale collaborazione avrebbe regalato, ad Alberti e ai suoi concittadini, la storia di un autore che schivo da mode e correnti ha saputo, grazie alla propria tenacia, collocarsi nel solco di alcune ricerche della pittura del secondo novecento italiano, specialmente quelle d’ambito lombardo e a quel realismo esistenziale proprio del dopo guerra. Grazie ad una pittura fatta da un segno scabro ed essenziale, teso alla ricerca di una continua tensione cromatica e figurativa dove, pur nella fatica del vivere, la dimensione dell’esistenza appare l’elemento più significante.
Ma Alberti non è solo realismo esistenziale
Nelle sue tele c’è la  memoria di Sironi, specie nella staticità delle sue  grandi figure isolate in spazi disadorni e senza tempo, ma c’è anche, specie nelle nature morte e nei frutti,  la grassa materia pittorica di Soutine, dello stesso Tosi e quando se ne libera “rubando”, sempre a Tosi, un colore più slavato, come nelle marine veneziane o nei paesaggi francesi tra la fine degli anni cinquanta e il sessanta, in cui non possiamo non respirare tutta l’ansia del tempo propria del secondo novecento, almeno sino agli anni ottanta.
Gli organizzatori scivolano anche sull’impostazione del catalogo che non è certamente un buon esempio di professionalità; è privo di un  qualsiasi rigore storico- filologico.
Vuoi perché manca di precise datazioni; vuoi perché la bibliografia ragionata, che avrebbe dovuto completare la ricostruzione dell’intero percorso artistico, resta solo un semplice elenco senza i nomi dei curatori e con differenti titolazioni rispetto agli eventi elencati. Inoltre è  sfuggito agli estensori il carattere semantico di tanta pittura sacra, (solo dodici i lavori esposti) eppure è nelle Deposizioni o nelle Vie Crucis che si ricompone tutto il mondo pittorico di Aldo Alberti, nel riportare al centro dell’esperienza, di fronte alla invalicabilità  della morte e del morire , il senso propositivo della vita, il forte desiderio dell’esistenza.
Temi e problemi che da sempre sostanziano l’arte.
Ancora una volta si è persa un’occasione, anteponendo se stessi e l’arrangiata compagnia organizzativa al vero soggetto dell’evento.  Convinti che solo il fatto organizzativo sia il solo dato immodificabile, permanente e che tutto vada sempre,  assolutamente, bene.
Dimenticandosi, di contro, che era il lavoro da analizzare di un artista, con tutte le sue potenzialità e i limiti il vero soggetto dell’evento. Un percorso artistico lungo cento anni  che l’artista,  con semplicità e discrezione  ha regalato, in termini di cultura, alla città,  regolando la propria esistenza dentro l’esperienza totale dell’arte, convinto, come è sempre stato Aldo Alberti, che solo la bellezza dell’arte e della poesia  possano meglio accompagnarci nel difficile cammino della vita. 
 
Ps.
-Dove sono finiti i tanti quadri che ancora a novembre facevano bella  mostra di sè nella casa studio di Aldo Alberti occupando più di meta spazio del locale-studio? 
– Pochissimi  sono in mostra.
 
 
 
A L D O       A L B E R T I
cento ANNI – cento QUADRI – cento FOTO
Mostra Antologica
Palazzo Marliani Cicogna
p.zza Vittorio Emanuele II 
Busto Arsizio (VA)
dal 5 maggio al 24 giugno 2012

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Aldo Alberti a Busto 4 di 11
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Maggio 2012
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