Varese con te, missione umanitaria nella trincea del dolore

Intervista a Michele Graglia, presidente dell'associazione nata per offrire assistenza domiciliare gratuita agli ammalati che non possono guarire

L’assemblea  annuale di "Varese con te" si è già svolta,  la “Festa di  primavera” del 25 maggio a Villa san Martino di Barasso sarà il primo  atto ufficiale dopo l’approvazione del bilancio 2011 da parte dei benemeriti  che continuano l’attività avviata quasi  20 anni or sono da Tommaso Diana e Giambattista  Trotti  con l’apporto "tecnico" del professor Italo Belli. Nel 2012 , assieme a tutti coloro che  sono stati e sono partecipi di una vera missione umanitaria nella trincea del dolore, anche la città  onorerà il  ventennale  di fondazione dell’associazione nata   per offrire assistenza domiciliare  gratuita agli ammalati che non  possono guarire: una dimostrazione concreta di   silenzioso amore fraterno, di  esemplare  solidarietà umana.  
 
Di "Varese con te" oggi è presidente Michele Graglia, gli chiediamo una sintesi e la valutazione del bilancio del 2011

 «Eccovi in sintesi la risposta: 66 i pazienti assistiti per un totale di 3700 ore di impegno da parte del personale infermieristico, di 600 ore da parte dei medici, infine per  130  ore    gli ammalati  sono stati seguiti dai nostri volontari. E’ un bilancio  nei numeri in regresso rispetto al passato  e dà chiare indicazioni per il  futuro:  infatti l’avvio dell’  hospice all’interno dell’ospedale di Circolo ha allargato  ulteriormente l’offerta del servizio prestato da noi: "Varese  con te " infatti venti anni fa era l’ unica  attiva sul  territorio , oggi questa cultura dell’assistenza agli ammalati che non possono guarire fortunatamente si è sviluppata  e sono tre i soggetti che affrontano le varie problematiche: "Varese con  te", "Varese per l’oncologia" e l’hospice dell’ ospedale.Tre istituzioni che  rappresentano importanti risorse che potrebbero trovare un moltiplicatore nella stretta   collaborazione: penso che si eviterebbero più facilmente le possibili cause  di qualche limite nello sviluppo di un’azione che in questi anni  è  comunque stata efficace e ad ampio raggio».

– Il suo è un giudizio molto positivo  sull’ampliamento dell’offerta del servizio agli ammalati dopo il ricovero in ospedale.

«Certamente e non ci devono essere fraintendimenti , dubbi, cioè  mai si parli  di concorrenza che sarebbe  incredibile, inaccettabile.  La collaborazione comporta  solo positività: concorrenza, isolazionismo  e autoreferenzialità invece rappresentano l’esatto opposto. Collaborazione per esempio  può essere opportunità di chiarezza nella scelta che deve fare l’ammalato quando lascia l’ospedale, può essere   una non dispersiva utilizzazione delle risorse soprattutto in momenti negativi come quelli attuali».

– Vi  reggete su  volontariato  e  attività professionale  che deve essere retribuita, ciò significa un impegno finanziario non da poco: come lo affrontate?

«Medici, infermieri, psicologo- da sempre siamo gli unici a garantire questa importantissima presenza- sono dei professionisti e come tali vanno retribuiti: i nostri soli introiti sono le offerte,  le iscrizioni, i fondi  che raccogliamo con le feste, le  donazioni da parte del mondo del lavoro,  lo zoccolo duro è rappresentato dal 5 per mille (ndr, codice 95020260121)  donazione  che possiamo ricevere come Onlus e non impegnativa per chi la fa, segnale di grande   partecipazione  da parte della comunità alla nostra iniziativa»

– L’ assistenza gratuita a domicilio agli ammalati  fatta da specialisti, la presenza di uno psicologo,il contributo dei volontari, il rapporto nato con il contatto con il medico di base del paziente, la riconoscenza e l’amicizia delle famiglie  sono i pilastri della vostra azione.E’ una formula che  nel tempo ha richiesto sostanziali correttivi?

«L’esperienza è  comunque  sempre utile, ma a cambiare è stato   il sistema  nel quale siamo calati:  richiede  attenzione, aggiornamenti indispensabili, ed eccoci allora impegnati nella informatizzazione per rapportarci con le istituzioni, per dare immediatezza a scelte, comunicazioni, soluzioni di problemi».

– Ci sono   problemi  che nello specifico  richiedono impegno particolare, per esempio  questo succede  nella formazione del personale?

«Certamente, la formazione è garanzia di  continuità nella qualità.Per esempio lo psicologo non segue amorevolmente  solo  l’ammalato e i familiari, ma è  importante anche  nella formazione dei volontari».

– Gli impegni, il progresso, i cambiamenti se affrontati bene  sono dunque  anche momenti di crescita.

«Di sicuro, ma io vorrei parlare di crescita  per quanto personalmente mi riguarda. Ero, come succede a molti altri, in qualche misura  distante  da certe realtà:   diventato presidente di "Varese con te ", ho dovuto "resettarmi" avendo toccato con mano che la vita è fatta di tante cose e anche di altre cose .  I  nuovi parametri che mi sono dato hanno portato a diversa  valutazione  del concetto di volontariato che non è espressione di generica  buona volontà, ma  per essere realmente tale e utile, cioè generatore di bene e di solidarietà umana, richiede comunque  notevole  professionalità».

– Varese vi ha accompagnati con attenzione  se non con amore e certamente  sentirà  anche suo il ventennale   di fondazione.  Farete qualcosa di speciale?  Glielo chiedo perché il  bellissimo mondo  giovane dei lettori  di Varesenews  possa valutare meglio  che cosa significhi per una città, per un territorio trovarsi accanto nel momento del dolore e delle difficoltà  gente che silenziosamente  ti tende la mano, cura con grande professionalità i tuoi cari sofferenti e dà loro  tanta serenità.

«E’ un traguardo  importante, se si farà qualcosa non sarà  per celebrarlo , ma per essere nella continuità del nostro  servizio alla comunità. E‘ un  servizio che deve sempre  avere un profilo adeguato alle esigenze  ricevendo anche stimoli essenziali  da amici  sensibili e fedeli».

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Pubblicato il 19 Maggio 2012
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