Alla Festa degli alpini ci si innamora tra un piatto e l’altro
Sono iniziati i lavori per la tradizionale festa organizzata con la Banda di Capolago che aprirà il 13 luglio. E mentre i volontari lavorano raccontano anche di matrimoni nati tra un piatto e l'altro
Sono già iniziati i lavori per la tradizionale Festa degli Alpini di Capolago, organizzata con la Banda di Capolago. Al prato che si affaccia sulla provinciale i volontari hanno già iniziato a montare la struttura, portare tavoli e sedie, organizzare la cucina. L’apertura è fissata per venerdì 13 luglio (fino al 22) ma si respira già aria di festa. Almeno uno decina di volontari infatti, tra una fatica e l’altra, scambiano battute e risate. «Questa festa la facciamo da quando andavamo in giro per “sbarbine”…». E si continua a lavorare.
Nata nel 1982 la festa è uno degli appuntamenti immancabili dell’estate varesina: «È un momento di aggregazione importante per tutte le famiglie di Capolago e non solo – racconta Bruno, segretario del gruppo Alpini -. C’è molta gente che viene a mangiare, si fatica ma per noi è sempre un momento per stare insieme». Sono 140 infatti i volontari che ogni anno collaborano per la buona riuscita della festa. C’è chi cucina, chi sparecchia, chi aiuta a servire da bere, chi sta alla cassa e chi coordina i lavori. Ma c’è anche chi, tra un piatto e l’altro si è sposato. «Sì, ci sono amici che si sono conosciuti qui e adesso tornano ad aiutarci anche con i loro bambini». I volontari assicurano infatti, che la festa di Capolago porta fortuna in amore, «Sì, sì, abbiamo diverse persone sposate che si sono incontrate qui», raccontano i volontari mentre lavorano.
«La soddisfazione più grande però è quando vediamo il sorriso sulle labbra delle persone che aiutiamo», continua Bruno. L’incasso della manifestazione viene devoluto a diverse associazioni del territorio varesino. «È da sempre il nostro obiettivo».
Intanto i rifornimenti per la festa sono già stati arrivati e il menù di 35 voci, tra cibo e bevande, rimane intoccabile a parte una novità: «Quest’anno la novità sono le alici fritte». Per il resto non mancherà polenta e asino, polenta e zola, polenta e spezzatino, fritto misto, patatine fritte, salamini e tanto altro. Le quantità? «Si parte da due quintali di polenta, 1 quintale e mezzo di fritto misto, 2 quintali di patatine e così via». Il vino? «Tra 700 e gli 800 litri, ma non li beviamo tutti noi».
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