Coppie di fatto, c’è chi dice sì

Pd e Sel denunciano una campagna ideologica del Pdl contro la loro proposta. E chiedono giustizia nell'erogazione di servizi anche verso chi non è sposato

Una crociata ideologica, (come al solito), ecco cosa sta diventando il dibattito sulla proposta di Pd e Sel di istituire un registro delle unioni civili, e dunque fornire servizi comunali ai conviventi, al pari degli sposati.

La mozione era stata presentata da Rocco Cordì di Sel e da Andrea Civati  e Fabrizio Mirabelli del Pd (nelle foto, dall’alto in questa sequenza). Tuttavia, il Pdl ha reagito con una campagna dai toni accesi, parlando di attacco alla famiglia, con interventi duri in particolare dal consigliere Giacomo Cosentino ma anche con un documento firmato dal capogruppo Ciro Grassia e altri 3 colleghi (dove tra l’altro propongono in alternativa più agevolazioni per le famiglie tradizionali). E infine, con un documento congiunto di Piero Galparoli del Pdl e Mauro Morello dell’Udc, quest’ultimo esponente di minoranza ma coinvolto in una manovra di riavvicinamento alla maggioranza, proprio sul tema dei servizi alle famiglie. In effetti, non è in discussione il matrimonio tra gay, ma solo un’estensione di alcuni servizi a chi non ha contratto, per vari motivi, il matrimonio. Modernità, pragmatismo o attacco alla famiglia? Secondo l’onorevole Lara Comi del Pdl è ad esempio un attacco alla famiglia, ma i promotori Cordì, Mirabelli, Civati rilanciano con una nota firmata di comune accordo oggi pomeriggio.

«Negli ultimi decenni si sono affermate nella società nuove forme di convivenze – dicono – unioni di persone che hanno messo al centro del loro rapporto l’affetto e l’amore e che hanno
deciso di non formalizzare il loro legame con il matrimonio. Negare l’evidenza di questa realtà, mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi, non serve a nessuno».
Gli esponenti di opposizione tengono fermo il punto: «La proposta di istituzione di un registro delle coppie di fatto non rappresenta, però, semplicemente, una presa d’atto della realtà. Risponde, invece, ad un principio di giustizia. Per quale motivo, infatti, non dovrebbe essere riconosciuto ad una coppia convivente con figli gli stessi diritti di una coppia sposata, ad esempio, nell’accesso al
servizio di asilo comunale?»
L’ultima considerazione è infine polemica: «D’altra parte, è evidente che questa proposta non priva di alcun diritto le famiglie create da coppie sposate. a chi oggi ha messo in campo una assurda crociata contro questa proposta dovrebbe essere chiarito che questo registro è già stato istituito a Torino, Firenze ed è, attualmente, in discussione a Milano. Anche il Partito Democratico e Sel credono nel valore della famiglia. Un valore, però, che non si afferma negando il diritto al riconoscimento di altre unioni. In sintesi: “il vento zapaterista di Milano” evocato dalla segretaria del Pdl Lara Comi è, sicuramente, più rispettoso del valore della famiglia di quello proveniente dai festini Arcore».  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Giugno 2012
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