Il marito la segregava, salvata dall’edicolante

Condannato un 35enne che aveva chiuso in casa la moglie e non la faceva più uscire, ma la donna ha trovato aiuto in un esercente che le ha consigliato dove denunciare

E’ finita con una condanna per violenza sessuale e sequestro di persona la triste storia coniugale di due ragazzi marocchini, che erano venuti ad abitare a Varese nella zona dell’ospedale di circolo. Un matrimonio che la donna, 30 anni, all’inizio aveva vissuto con favore, ma che una volta giunti in Italia, era stato interpretato dal marito, 35 anni, come una sorta di prova di sottomissione a cui costringere la ragazza. La giovane infatti lo ha denunciato dopo una serie di episodi gravi, accaduti nel 2007; la moglie non poteva più uscire di casa, perché il compagno non si fidava. Ma non solo, secondo quanto esposto dalla vittima, il marito non voleva che avesse contatti con l’esterno e le avrebbe anche negato il permesso di imparare la lingua italiana. Una condizione insopportabile, soprattutto tenendo conto il livello culturale della ragazza, già studentessa universitaria nel suo paese, e per nulla disposta a fare la reclusa in casa.
La giovane ha confermato che il marito la chiudeva a chiave in casa. I rapporti nel frattempo si erano deteriorati e la ragazza, assistita dall’avvocato Riccardo Riccardi, ha denunciato il consorte perché l’avrebbe più volte costretta a rapporti sessuali che lei non gradiva più. Fino a quando si è accorta che nella casa c’era un modo per aprire la porta dall’interno. Un giorno è uscita, in via Lazio, ed è andata a piedi verso un’edicola, dove ha chiesto se avevano dei cd in vendita, aggiungendo anche, in francese, che voleva sapere dove si trovasse la questura. «Voleva capire se era una persona di cui si poteva fidare – racconta l’avvocato della ragazza –  e infatti poi ci è tornata, prendendo il coraggio a due mani, sperando di avere un aiuto»
L’edicolante è rimasto colpito dall’aria furtiva della donna marocchina. Qualche giorno dopo l’ha rivista mentre si aggirava per la via, e l’ha indirizzata verso i vigili urbani a cui è stata fatta la prima denuncia. Il marito è stato arrestato. La vittima ha trascorso un anno e mezzo in un centro antiviolenza. Nel frattempo i due hanno divorziato in Marocco. Il marito geloso era difeso dall’avvocato Giusepe Battaglia. Il legale ha sostenuto che la donna avrebbe esagerato il suo racconto al fine di liberarsi di un marito che le era più gradito. Il tribunale presieduto dal giudice Anna Giorgetti lo ha condannato a 3 anni e 10 mesi e 25mila euro di multa ma gli concesso le attenuanti generiche. Il pm Sabrina Di Taranto aveva richiesto una pena anche più severa.

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Pubblicato il 21 Giugno 2012
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