La sfida delle cosche, riaprono il ristorante di fronte a quello confiscato

Dopo la confisca del Re IX, pizzeria molto conosciuta nella zona, gli stessi gestori riaprono un nuovo locale poco distante con un altro nome mentre il boss Giuseppe Antonio Medici sconta 7 anni di carcere

La ‘ndrangheta non smette mai di fare affari, neppure dopo le condanne dei capi. Lo Stato, ad esempio, confisca il ristorante ad un noto boss e i prestanome lo riaprono di fronte, con un nuovo nome ma con le stesse persone a gestirlo. Quasi un segno di sfida e un modo per marcare un territorio, confermando che quell’area è ancora loro. Accade sulla strada Saronnese, nel comune di Rescaldina e il ristorante confiscato è il Re IX, locale molto noto nella zona e molto frequentato. In quello nuovo lavorano le stesse persone che lavoravano al Re IX. Nelle motivazioni della sentenza del processo Infinito il ristorante appare tra i beni confiscati alla locale di ‘ndrangheta di Mariano Comense della quale fa parte Giuseppe Antonio Medici, condannato a 7 anni di reclusione per associazione di stampo mafioso, ma che fino al luglio 2010 ha potuto esercitare il controllo effettivo del bene anche se appariva come ceduto in affitto alla società New Re IX srl, facente originariamente capo al cugino Giuseppe Zoccoli  e che poi vedeva come socio unico e amministratore A.R., un legnanese del ’73,  noto prestanome al quale sono state intestate numerose autovetture da parte dei clan (secondo l’annotazione di polizia giudiziaria riportata nelle motivazioni sono arrivate ad essere addirittura 29 (tra le quali Ferrari, Lamborghini, Bentley, Aston Martin) compresa una Audi A3 in uso a Medici.

Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che, nonostante il sequestro, il ristorante è sempre rimasto nella piena disponibilità di Giuseppe Antonio Medici e per questo le quote della società che lo gestisce fittiziamente sono state sottoposte a sequestro preventivo con decreto d’urgenza del PM l’8 luglio del 2010, convalidato dal GIP il 22 luglio dello stesso anno.L’ordinanza adottata dal GIP, che ripercorre la richiesta del pubblico ministero, indica tre conversazioni nelle quali Medici parla del ristorante come di cosa propria e chiede ad uno dei gestori se è stata fatta la spesa, se il personale riga dritto al lavoro e si preoccupa anche dei lavori di manutenzione. Appare indicativo che l’intestazione delle quote ad A.R. avvenga il 23.3.2009, un mese dopo l’arresto di Giuseppe Antonio Medici per armi ed esplosivo. La modifica dell’intestazione si rese necessaria per evitare misure patrimoniali, dato che in quel momento le quote erano intestate a due parenti di Medici, Zoccoli Giuseppe e Muscatello Caterina, e dunque era più che fondato il timore si potesse risalire al reale proprietario.

Il ristorante è luogo d’incontro di associati, come si evince, ad esempio, dalla conversazione del 13.5.2008, nella quale E.B. riferisce ad Alessio Novella (figlio dell’allora capo della ‘ndrangheta lombarda Carmelo, ucciso il’ 14.7.2008) di avergli trovato una macchina sportiva e concorda un incontro presso il ristorante; anche quest’auto sarà intestata ad A.R.. Vi sono poi numerose intercettazioni che danno conto del diretto interesse di Giuseppe Antonio Medici nel ristorante, interesse che evidentemente esula da quello di apparente dipendente, con mansioni ausiliarie (aiuto-cuoco). In particolare esistono conversazioni nelle quali si occupa della trattativa per l’approvvigionamento d’ingenti quantitativi di bevande alcoliche, o ancora, quando incarica uno studio di commercialisti della tenuta della contabilità.

Giuseppe Antonio Medici, è un personaggio dal notevole spessore criminale
ed è cugino di Salvatore Muscatello che era il capo della locale di Mariano Comense. Originario di Sant’Agata del Bianco ed emigrato nel nord Italia dal 1994. Il Medici è stato implicato nell’indagine"La notte dei Fiori di San Vito" in quanto ritenuto affiliato al locale di Mariano Comense; tuttavia in relazione a tale procedimento fondato sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia è stato assolto. Sono innumerevoli i contatti di Medici con altri soggetti coinvolti nella presente indagine, alcuni dei quali frequentavano il ristorante dove lo stesso svolge le mansioni di aiuto cuoco, in particolare Cosimo Barranca e Vincenzo Mandalari. Medici è, altresì, amico di Vincenzo Alessio Novella, con il quale tuttavia non intrattiene contatti telefonici diretti ma sempre mediati da terze persone. La vicinanza con la famiglia Novella è, comunque, risalente nel tempo.

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Pubblicato il 19 Giugno 2012
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