No alla sfiducia, Formigoni: “Avanti fino al 2015”

Bocciata da Pdl e Lega Nord la mozione delle opposizioni. Il presidente: "Nessun avviso di garanzia a me o a membri della giunta"

Come ampiamente annunciato, la mozione di sfiducia a Roberto Formigoni è stata bocciata. Con 49 voti contro e 28 a favore, il Consiglio regionale ha rinnovato al fiducia al presidente eletto nel 2010 per la quarta volta. Pdl e Lega Nord quindi si ricompattano – dopo le tensioni legate anche al recente voto amministrativo -, Pd, Idv, Sel, Udc e Pensionati ora guardano avanti
La discussione in Consiglio regionale è andata avanti per tutto il giorno. Formigoni, diversamente dal solito, non è mancato neanche per un minuto e alla fine ha preso la parola. Per tutto il giorno si sono susseguite critiche dall’opposizione, difese dalla maggioranza.

Per primo è intervenuto Maurizio Martina (PD) che ha sottolineato l’opportunità di un voto anticipato perché “siamo di fronte e gravi problemi di legalità, rispetto delle procedure, trasparenza. Tutti nodi politici che hanno inquinato l’autorevolezza dell’istituzione. E’ necessario un atto di chiarezza e di responsabilità, senza tirare a campare o mascherarsi dietro alle eccellenze”. 

Con lui l’Idv Gabriele Sola. “Siamo di fronte al fallimento conclamato della coalizione PdL-Lega, separati casa e uniti dai problemi. Non ci interessano le vacanze di Formigoni con Daccò, ma quello che Formigoni può aver fatto al ritorno dalle vacanze”.
Firmatari della mozione anche i consiglieri di Sel. “La mozione – spiega Chiara Cremonesi – è un atto pesante, ma non avevamo altra scelta perchè questa legislatura è segnata dalla presenza di indagati, e di azioni a carattere solo propagandistico. Non c’è consapevolezza della spaccatura tra palazzo e società e il modello lombardo è logoro”.

A favore della mozione, ma non fra i firmatari, anche Udc e Pensionati. “Oggi non possiamo non votare la mozione di sfiducia – spiega Gianmarco Quadrini dell’Udc -. Abbiamo preso atto che non si sono verificate le condizioni per aprire una fase costituente dopo l’azzeramento di questa giunta. Questa maggioranza è arrivata alla fase terminale e perciò occorre una nuova governabilità”. Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), ha sottolineato “siamo più interessati a governare che a sostenere scontri o governi tecnici che non rispettano la volontà espressa degli elettori”. 

Dai banchi della maggioranza di alzano invece voci di difesa, sia del presidente che dell’operato della giunta. “Quello dell’opposizione è un discorso politicamente mediocre, che si limita a ribadire le accuse lanciate dalla macchina del fango, alimentato anche da mass media – commenta Paolo Valentini, capogruppo del PdL -. Siamo disponibili a interrogarci e confrontarci su temi concreti”.
Secondo il capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli, la giunta guidata da Formigoni in questi due anni “ha promosso azioni senza eguali per affrontare la crisi e sostenere imprese e lavoro, ma ora è necessario rilanciare le richieste della Lombardia in senso autonomista e federalista, “in un’unità d’intenti con Piemonte Veneto, creando un vero asse del Nord, per imporre temi non più rimandabili, interrotti dal governo Monti”.

Formigoni è quindi intervenuto a fine dibattito, prima della votazione. In un discorso di venti minuti, in cui si è via via innervosito, il presidente ha difeso l’operato della sua giunta. "Non tutto è stato risolto e si può sempre fare meglio, ma nessuno fuori da questa Aula ci fa una colpa per quello che non siamo riusciti a risolvere. Basta guardare ai cittadini lombardi: se escono e hanno a che fare con altre regioni, tornano in Lombardia festanti perchè qui le cose funzionano". Formigoni si è lamentato della "stampa ostile che mi ha attribuito tante cose che non commesso: la libertà di stampa ha un limite invalicabile nella libertà". Sul fronte giudiziario, il presidente fa notare che "nessuno della mia giunta ha ricevuto avvisi di garanzia". 
Al momento del voto che gli rinnova la fiducia, Formigoni ha fatto segno con il pollice verso ai banchi della maggioranza di votare "contro". "Il nostro impegno – conclude Formigoni – va avanti fino al 2015. Il primo impegno, nella giunta di stasera, sarà quello di stanziare 30milioni di euro per le zone terremotate".
La giornata è stata caratterizzara da una polemica iniziata nell’Aula con il leghista Galli e continuata su giornali e social network. Il capogruppo del PD Gaffuri, primo firmatario della mozione, non era infatti presente alla seduta per motivi personali. "Sono polemiche – commenta Gaffuri – motivate dal comprensibile intento di spostare l’attenzione dalle vicende che riguardano Formigoni. Avevo avvisato per tempo che in questi giorni sarei stato assente".



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Pubblicato il 06 Giugno 2012
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