Ottocentomila persone in fuga da guerre e persecuzioni
Il 2011 ha segnato un triste record per i rifugiati. Sono milioni le persone in tutti i continenti costrette a fuggire dai loro paesi e dalle loro case
Il 20 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata del Rifugiato, istituita nel 2000 come occasione per ricordare la condizione di milioni di persone in tutti i continenti costrette a fuggire dai loro paesi e dalle loro case a causa di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti.
L’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dedica la giornata di quest’anno alla riflessione sulle difficili scelte che un rifugiato è spesso costretto a fare nel corso della propria vita alla ricerca di protezione: «Rimanere e rischiare la vita in una zona di guerra? Fuggire e lasciare le persone che ami? Rimanere ed essere costretti a combattere? Rischiare la morte durante la fuga? Rimanere e rischiare la vita sotto le bombe? Fuggire e rischiare torture, violenze o qualcosa di peggio?». Questi sono solo alcuni esempi di scelte difficili e laceranti che nessuno dovrebbe mai trovarsi a dover affrontare. Il rapporto annuale dell’Unhcr ha rilevato come il 2011 abbia segnato un triste record per i rifugiati in tutto il mondo: in 800mila sono state le persone costrette lasciare la propria casa, soprattutto a causa delle diversi crisi che hanno investito i Paesi dell’Africa, dalla Costa d’Avorio al Sudan, dalla Somalia alla Libia, colpita all’inizio del 2011 dalla guerra civile.
In Italia è attivo dal 2001 il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) che è composto dalla rete degli enti locali che, con il prezioso contributo delle realtà del terzo settore, realizzano interventi di accoglienza per quanti arrivano sul territorio italiano in cerca di protezione internazionale.
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