Ucciso per aver bevuto l’ultima birra, in manette gli assassini
I carabinieri di Saronno e la Procura di Busto Arsizio hanno chiuso l'indagine sull'assassinio di Jamal Benchaa, trovato a marzo del 2011 sotto un traliccio a Cislago. Un lungo lavoro di ricostruzione ha portato all'arresto di due connazionali
Jamal Benchaa fu ucciso perchè aveva bevuto l’ultima birra e i suoi “amici” gliel’hanno fatta pagare. Hanno un nome e un volto i due assassini del marocchino ucciso a marzo del 2011 e ritrovato da un passante nei campi dietro via Piave a Cislago. Le due ordinanze, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, sono state eseguite tra ieri mattina, venerdì 29 giugno, e oggi, sabato, su ordine del giudice per le indagini preliminari dopo un lungo e attento lavoro di indagine da parte del magistrato della Procura di Busto Arsizio Roberta Colangelo e dal nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri di Saronno.
I due arrestati sono El Habib Errafly, marocchino 28enne già in carcere a Monza, e Taoufik Htila, 29enne anch’egli di nazionalità marocchina sorpreso mentre usciva di casa dalla sua abitazione a Ravenna. Per arrivare ai due connazionali di Jamal è stato svolto un lavoro di ricostruzione non indifferente in quanto gli inquirenti sono partiti praticamente da zero.
Grazie ai tabulati telefonici del cellulare di Jamal, infatti, si è risaliti alla rete di contatti della vittima e , successivamente anche grazie alla collaborazione di alcune persone che lo conoscevano, si è risaliti a coloro che sarebbero gli assassini che la sera tra il 19 e il 20 marzo hanno colpito l’uomo 14 volte al torace e all’addome. Motivo di tanta ferocia sarebbe quell’ultima birra che Jamal, noto in paese anche per i suoi problemi di dipendenza dall’alcol, avrebbe bevuto tutta d’un fiato escludendo coloro che erano presenti con lui. Tutti e tre facevano uso smodato di alcolici e stupefacenti e questo ha certamente contribuito a scatenare la follia omicida dei due.
«E’ stata un’indagine difficile ma che ha portato ad un buon esito, la seconda ordinanza è stata eseguita questa mattina attorno a mezzogiorno nel carcere di Monza dove El Habib era detenuto per altri reati» – ha dichiarato il sostituto procuratore Roberta Colangelo. I militari hanno anche provveduto alla perquisizione della sua cella. Il contributo significativo delle intercettazioni ha confermato i sospetti degli inquirenti che già a giugno dell’anno scorso avevano sentito Errafly in caserma. Subito dopo quell’interrogatorio, infatti, Errafly si era sentito con l’amico Taoufik per sincerarsi che fosse andato tutto bene: “Non c’è niente…tante domande e basta” dice il secondo al primo che risponde “Ringraziando dio. Ho avuto paura per te”. Parole che fanno trasparire, motiva il gip, la paura di essere stati scoperti. Ora i due saranno interrogati per rogatoria nei prossimi giorni.
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