I Dot Vibes sul palcoscenico del Gasch Music Festival
Sarà il sound unico della band di Torino ad aprire ufficialmente la manifestazione che dal 13 al 15 luglio animerà Villa De Strens
I Dot Vibes sul palcoscenico del Gasch Music Festival. Sarà la band di Torino ad aprire ufficialmente la manifestazione che dal 13 al 15 luglio animerà Villa De Strens. Dopo il dj set dei Rising Hope Sound System, la band che si è aggiudicata la vittoria dell’Italian Reggae Contest (organizzato dal Rototom Sunsplash) e ha girato per i palcoscenici di tutta la penisola, arriva in provincia. Una storia quella dei Dot Vibes che parte da più lontano. «Suoniamo insieme dal 2005 – spiega Mina, batterista della band -. Il raggae è sempre stata una passione, abbiamo avuto la fortuna di vivere vicino al Babilonia Club, un locale che da sempre ospita i più grandi artisti del genere. È stato spontaneo poi cominciare a suonare e a creare poi un genere tutto nostro».
Un genere quello dei Dot Vibes che è capace di sconfinare dal reggae al dub, alla dancehall, al soul fino all’r n’ b, capace di scaturire in una new roots che unisce le classiche sonorità della isla jamaicana ad un’anima hip hop soul, lasciando spazio all’emergere di un sound più moderno e affine allo stile reggae Europeo. Formato da Estel cantante, Mina alla batteria, Jack al basso, Salo alla tastiera e Enrico alla chitarra, i Dot Vibes pubblicano il primo disco "Inside this bubble" nel 2009, con brani che vedono la partecipazione di artisti come Bunna degli Africa Unite, Peter Truffa dei Bluebeaters e Jacob dei Mellow mood. Oggi presentano il singolo "Now Think about it", accompagnato da un accattivante videoclip, «che sottolinea un passaggio della band – continua Mina -. È un singolo che risente più dell’influenza dell’elettronica e del sound europe e che per la prima volta affronta delle tematiche sociali, cosa che non avevamo mai fatto prima. Seguirà sicuramente un altro singolo e nel 2013 pensiamo a un nuovo album».
Al Gasch Music Festival arrivano quindi con un sound davvero unico, quello nato in questi anni di esperienza e di ascolto, «Siamo ascoltatori a 360° della musica black e questo credo che sia importante per fare quello che facciamo perché i nostri brani nascono dalla miscela di quel genere con influenze più europee».
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