“Anche la spending review aumenta le tasse”
Lo denuncia uno studio di Confesercenti, che analizza il provvedimento dal punto di vista dell'aggravio sulle famiglie
«Anche la spending review diventa occasione per aumentare le imposte» A dirlo uno studio di Confesercenti sugli ultimi provvedimenti fiscali, che evidenzia come «Siamo in presenza di un ulteriore appesantimento della pressione fiscale a seguito dell’aumento strisciante (+0,6 punti di aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef), presentato come un “semplice” anticipo (gennaio 2013) dell’aumento già fissato (dal 2014) dalle norme sul federalismo regionale e lasciato alla “discrezionalità” delle otto Regioni in deficit sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia)».
La conseguenza di questa misura, passata come emendamento al decreto sulla spending review «Rappresenta l’ennesimo intervento depressivo sull’economia e sul potere d’acquisto delle famiglie».
«In pochi mesi e per effetto di queste tre misure, il gettito delle addizionali Irpef è cresciuto di quasi 6 miliardi l’anno, con un’impennata di oltre il 50% rispetto al gettito realizzato nel 2010 – spiega la nota di Confesercenti – Con un effetto non secondario (poco meno di mezzo punto) in termini di crescita della pressione fiscale. E con implicazioni di rilievo per ogni famiglia italiana che – accanto agli altri aumenti impositivi (IMU, tassa di soggiorno, IVA…) e tariffari – ha subito un maggior prelievo pari in media a 210 euro oltre i 350 già pagati per le addizionali nel 2010».
«Chi pensava che gli aumenti di tasse fossero finiti e che presto si sarebbero aperte prospettive di riduzione del prelievo ha dovuto ricredersi – hanno aggiunto – Ed è paradossale che ciò sia avvenuto quando ormai sembrava che l’azione del governo fosse destinata ad esercitarsi unicamente sul versante dei tagli alla spesa pubblica; utilizzando, addirittura, un veicolo legislativo (il decreto sulla spending review) nato proprio per iniziare a mettere ordine nella spesa pubblica».
Secondo Confesercenti si ripropone, dunque: «L’esigenza e l’urgenza di un deciso intervento di riduzione del prelievo da compensare con un chiaro e forte intervento sulla spesa pubblica, ridisegnando la presenza delle Istituzioni nel territorio con l’accorpamento dei micro-comuni e delle molte società di servizi alle dipendenze degli enti locali ed una riduzione sostanziale delle comunità montane, delle consulenze e degli ancora troppo elevati costi della politica».
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