Coop Primavera, gli indagati salgono a sette e la truffa è milionaria
Si aggrava il quadro probatorio nei confronti di Quintino Magarò e altri sei indagati nello scandalo dei cedolini modificati. Il danno agli enti previdenziali e all'Agenzia delle Entrate diventa ingente
Salgono a sette gli indagati per la truffa allo Stato che sarebbe stata messa in atto da parte della dirigenza della cooperativa Primavera, da molti anni guidata dal consigliere comunale Quintino Magarò, ancora agli arresti domiciliari. Gli altri indagati sono Letizia Avvisati, impiegata della cooperativa, l’attuale amministratore unico Riccardo Macchi, il presidente del cda Claudio Marelli e Nicola Abalsamo, consigliere delegato della Sercoop e altre due impiegate. I nuovi nomi sono contenuti nell’ordinanza di custoda cautelare che ha colpito i due attualmente agli arresti domiciliari, Magarò e Avvisati.
Mentre le indagini proseguono su altri fronti, non sarebbero escluse novità importanti nelle prossime settimane, emerge che la truffa sarebbe molto più ampia di quanto si potesse pensare. Secondo quanto scrive il giudice per le indagini preliminari Patrizia Nobile nell’ordinanza scaturita dall’indagine del Nucleo dell’Ispettorato del lavoro e dal sostituto procuratore Francesca Parola, almeno dal 2009 sarebbe stata messa sistematicamente in atto un’azione finalizzata al risparmio di una cifra tra i 30 e i 50 mila euro al mese modificando i cedolini di centinaia di lavoratori della cooperativa impiegati negli anni al fine di far comparire una parte delle ore lavorate come permesso non retribuito.
Questo sistema permetteva di risparmiare, a cascata, sui contributi agli istituti di previdenza oltre che sulla busta paga dei lavoratori. La truffa, dunque, assume tutto un altro rilievo in quanto si pensa siano milioni (e non 100-150 mila euro) gli euro sottratti a Inps, Inail e Agenzia delle Entrate.
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