Il sindaco: “Punto critico, serve più attenzione”
Christian Garavaglia di fronte ad un altro dramma: "In quella zona la balneazione è vietata. Aumenteremo i cartelli che segnalano i divieti. Chiederò supporto anche al Parco del Ticino"
«I cartelli ci sono e sono tanti, bisogna che la gente si renda conto che in quel tratto il Ticino è pericoloso e non ci si deve buttare».
Christian Garavaglia, sindaco di Turbigo, allarga le braccia e prova a dare risposte equilibrate davanti all’ennesima tragedia occorsa sulle sponde del fiume nel Comune in provincia di Milano, ma a pochi chilometri da Lonate Pozzolo e dal sud del Varesotto. A perdere la vita tre giorni dopo la 16enne ivoriana morta sabato è stato un ragazzino cinese, inghiottito dal Ticino nel pomeriggio di martedì 7 agosto. La balneazione in quell’area è vietata da un’ordinanza comunale, spiegata con tanto di cartelli e manifesti sparsi in tutta la zona: «Di più non possiamo davvero fare – spiega Garavaglia, trattenuto a Turbigo dalla bufera caduta su Altomilanese e Basso Varesotto nella serata di lunedì 6 agosto (danni ingenti, sette pini secolari sradicati, alcuni dei quali caduti sul centro anziani) -. Controlliamo la zona con la nostra polizia locale, ma quando ci sono centinaia di persone che pucciano i piedi e si spingono in acqua, fermare tutti con la forza diventa impossibile: non basta la polizia locale, ma non basterebbe neppure l’esercito in tenuta antisommossa. In questo periodo anche durante la settimana sono tante le persone che cercano refrigerio, in molti casi però lo fa gente inesperta, che non conosce le acque del Ticino e la loro pericolosità. Un conto è bagnarsi i piedi, un altro entrare in acqua: ci sono punti difficili, critici, veramente pericolosi, come si è tragicamente visto. Occorre che tutti se ne rendano conto ed evitino comportamenti potenzialmente a rischio». Soluzioni? «Difficile intervenire – commenta Garavaglia -. Aumenteremo i cartelli e le segnalazioni, che, ribadisco, sono già presenti in abbondanza. Chiederò anche supporto al Parco del Ticino: non deve essere un problema solo di Turbigo».
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