Ai lavoratori della Realplastic non arrivano i soldi della cassa integrazione

Non basta avere alle spalle una storia imprenditoriale importante. E non basta nemmeno appartenere a  un settore che in genere sopporta meglio degli altri gli scossoni delle crisi. Il caso della Realplastic, storica azienda della gomma-plastica di Tradate, in questo senso è emblematico: una trentina di dipendenti, due sedi (la seconda a Locate Varesino) e un business che si inserisce nel riciclaggio dei rifiuti. L’azienda infatti lavora le fibre ricavate dalle bottiglie di plastica che vengono prima selezionate dal Corepla  (il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica), poi lavate e ridotte a fibre nello stabilimento di Locate e infine mandate a Tradate per la lavorazione finale.
Un anno fa la proprietà ha fatto una richiesta di cassa integrazione straordinaria con l’obiettivo di  ristrutturare, impegnandosi al contempo ad anticipare la cassa per i quindici lavoratori rimasti in azienda dopo l’apertura a giugno della procedura di mobilità. Il problema però è che l’anticipo dell’ammortizzatore sociale non c’è ancora stato e i lavoratori da mesi non ricevono lo stipendio. «In questo momento – spiega Alessandra Savoia della segreteria Femca Cisl – l’azienda ha un problema di liquidità perché è il sistema che è bloccato. Se le banche non allentano il cordone della borsa, le imprese non possono anticipare la cassa. E non è una situazione che riguarda solo la Realplastic, perché sono tante le aziende del settore che pur avendo ordini nel portafoglio sono bloccate perché non possono acquistare le materie prime. E anche chi ha proprietà immobiliari da dare in garanzia non riesce a sbloccare gli affidamenti».