Al camping sequestrato si guadagna tempo
Altre 96 ore di tempo, a partire da mezzanotte, per i non residenti. "Per gli altri, tra cui molti indigenti, si valuterà caso per caso"
Al camping di Azzate sotto sequestro c’è ancora aria di attesa. Dopo la riunione in Procura a Varese, questa mattina, il sindaco Giovanni dell’Acqua sui è recato a ridosso dell’ora di pranzo sul posto per fare il punto. L’obiettivo, fin da subito era quello di ragionare sulla parola magica che in queste ore sta aleggiando tra i residenti e non: proroga. Si tratta di due distinti casi che riguardano altrettante tipologie di ospiti della struttura. Ci sono quelli che hanno, qui in riva al lago, un appoggio a poco prezzo, pur avendo, sulla carta, la residenza in altro comune. E chi invece risiede al Sette Laghi, o ne ha il domicilio: è casa loro.
All’uscita dai cancelli del camping il sindaco chiarisce la situazione.
«Una prima notizia, che non mi permette alcun margine di discrezionalità, sta nel fatto che la scadenza delle 96 ore prevista per i non residenti affinché abbandonino il posto, è stata prorogata per altre 96 ore. Questo vuol dire che dalla mezzanotte di oggi ci sono altri quattro giorni di tempo per spostare le proprie cose. Questa decisione è stata presa perché si presuppone che i cittadini non residenti che qui abitano, possiedono una casa».
Oltre a questa situazione, che rappresenta una boccata d’ossigeno per chi ha nelle casette una dimora temporanea e che deve trovare altra sistemazione entro pochi giorni, c’è anche quello dei residenti. Si tratta di famiglie che assicurano di aver visto l’agente della polizia locale bussare alla loro porta per verificare la presenza in loco. Fatto, questo, che costituisce un assurdo: dal punto di vista urbanistico, secondo la procura, abitanti di un complesso che gli inquirenti suppongano essere abusivo, ma dal punto di vista amministrativo, cittadini che a tutti gli effetti risiedono in un’abitazione identificata dal comune come tale.
E non come "area di transito", status che spetta ai campeggi. «Del resto – ha ricordato il sindaco – non posso negare la residenza a chi me la chiede».
Bene, proprio su queste persone – spesso veri e propri nuclei famigliari che si sono qui stabiliti per vivere – e che sono una settantina, potranno stare nelle loro case solo dopo la valutazione "caso per caso" della loro situazione sociale ed economica.
«In questo ho un margine di manovra più esteso – spiega Dell’Acqua . Spetta difatti al sindaco identificare caso per caso quali nuclei famigliari segnalare alla magistratura affinché rimangano nelle loro abitazioni». In tutto si tratta di una settantina di persone, che verranno sottoposte a questo vaglio. C’è poi un altro aspetto, molto pratico: la modulistica presentata al comune finora dovrà essere rifatta, per rendere omogenei i moduli finora raccolti in municipio.
Tra gli interlocutori del sindaco c’era anche Roberto Pigozzo, del Cda del Sette Laghi, nonché residente, che così commenta: «Questo posto non si chiamava, all’origine Camping Sette Laghi, bensì "Parco Residenziale Sette laghi" e nello statuto originario c’è scritto "area per caravan, roulottes e case mobili". Fino al 1994 il comune ha dato concessioni edilizie: come è possibile questo?».
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