Avvelena il socio e fa a pezzi il cadavere
La squadra mobile arresta l'autore di un delitto in Venezuela. Si tratta di un 59enne cresciuto a Gallarate che si era trasferito da tempo in Sudamerica. Avrebbe massacrato un francese di 71 anni per rubargli le proprietà
L’autore di un delitto efferato è stato arrestato dalla polizia alla stazione di Milano, dopo una complessa indagine partita dal Venezuela, e condotta dalla squadra mobile di Varese insieme allo sco di Roma e alla polfer. Ugo Marchic, 59 anni (nella foto), un uomo nato a Perugia ma cresciuto a Gallarate, era scappato lo scorso giugno in Italia, dopo aver ucciso, insieme a un complice, un socio in affari, il francese Paul Maurice Wolnerman di 71 anni. Subito dopo il delitto aveva cercato di nasconderne il corpo tagliandolo a pezzi e gettandolo in mare. L’omicidio sarebbe stato commesso il 28 aprile scorso a Puerto La Cruz. Il francese aveva rapporti di lavoro con Marchic e un altro soggetto, il tassista venezuelano di 43 anni Roger Del Valle Rendon Vasquez. (Secondo alcune notizie di stampa l’italiano era il maggiordomo, ma alla polizia non risulta).
Qualche mese fa la vittima aveva manifestato l’intenzione di trasferirsi a Santo Domingo. Stranamente, i due complici l’avevano convinto a firmare una procura per la vendita di alcuni suoi beni (un appartamento, un’automobile e un’imbarcazione). Tuttavia, due giorni dopo aver ottenuto il documento, l’avevano assassinato stordendolo con un sonnifero nel caffè, e colpendolo con un colpo di pistola alla testa.
Gli assassini hanno segato il corpo, hanno preso la barca del francese e hanno gettato gambe, testa e braccia nel mare antistante la città (non ritrovate). Il tronco, avvolto in sacchi neri di plastica ed altro materiale sintetico, è stato introdotto in un borsone di tela verde, e gettato in uno dei canali della Marina Amerigo Vespucci, che sfociano sulla spiaggia dell’Urbanizzazione di Puerto Morro. Proprio questi resti sono stati rintracciati e successivamente riconosciuti da alcuni addetti dell’ambasciata francese che erano stati allertati dai familiari dell’uomo scomparso.
Una volta compiuto l’omicidio e disperso i resti, i complici avevano subito venduto i beni e si erano dati alla macchia. Il tassista venezuelano è stato arrestato il 3 di agosto. (Guarda il ritorvamento dei resti e la conferenza stampa della polizia venezuelana).
Marchic è invece giunto indisturbato nel nostro paese. Per rintracciarlo è stata allentata la polizia italiana, alla quale però era stato fornito un altro nome, Marco Antonio Ferrari Martines, un alias con il quale Marchic era conosciuto nel paese sudamericano. Seguendo la pagina facebook della ragazza che viaggiava con lui gli agenti hanno notato un “mi piace” apposto su un campeggio di Firenze, subito visitato dalla squadra mobile della città toscana. La polizia ha acquisito i tabulati telefonici dei numeri in uso all’italiano, e sono emerse delle telefonate a un’utenza di Gallarate, appartenente a un incensurato. La squadra mobile di Varese ha interrogato l’uomo, un bancario gallaratese, che una volta visionato la foto segnaletica del presunto assassino ha rivelato che si trattava del fratellastro e che il suo vero nome era proprio Ugo Marchic. Il bancario ha altresì spiegato che Ugo giunse all’età di otto anni da Perugia, e che fu affidato a suo padre. Proprio qualche sera prima aveva cenato a casa sua. (foto, il capo della squadra mobile Sebastiano Bartolotta)
La squadra mobile ha diffuso pochi giorni fa la sua foto presso tutti i posti di polizia d’Italia, fino a che la all’una di notte di martedì è stato riconosciuto dalla polfer al binario 8 della stazione centrale di Milano. Tornava da Torino, dove aveva preso contatto con un avvocato. In questi mesi, aveva comprato un camper e vi soggiornava stabilmente, a Sillavengo, in provincia di Novara, nonostante la sua residenza fosse a Lainate (Milano). Marchic ha precedenti per droga, furto e ricettazione. Il Venezuela ne chiederà l’estradizione.
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