Crescita e occupazione vanno a sempre a braccetto?

Il diario dalla Terza Conferenza Internazionale sulla Decrescita di Venezia di Giacomo Petitti di Mani Tese: tra i relatori anche Mario Agostinelli

La prima obiezione, quando si prova a mettere in discussione il mantra della crescita e dell’aumento del PIL, è sempre la stessa. Meno circolazione di merci vuol dire meno produzione, e questo significa meno posti di lavoro. L’equazione è profondamente radicata, tanto nel nostro modo di pensare quanto nelle strategie di partiti e sindacati, senza distinzione di colore. A leggere i giornali le conferme non mancano. Tutti d’accordo, ad esempio, nel condannare il disastro ambientale e per la salute provocato dalle polveri e le emissioni dell’Ilva di Taranto, ma non possiamo non pensare alle famiglie che resterebbero senza reddito se l’impianto venisse spento. L’impasse c’è, anche se ha i contorni di un ricatto bello e buono, perché non si può barattare l’occupazione con il vertiginoso aumento della probabilità di contrarre un tumore, nè tantomeno con la distruzione del luogo in cui si vive. Come uscirne?

Il nodo da sciogliere è  se siamo o no obbligati a cedere al ricatto, cioè se è sempre vero che crescita e occupazione vanno a braccetto.

Intanto c’è da chiedersi se non sia più razionale investire in risorse e personale per rendere più efficiente la nostra economia, invece che cercare di aprire mercati sempre nuovi per darle respiro.

Maurizio Pallante, del Movimento per la Decrescita Felice, ha un esempio molto azzeccato per spiegarlo. È come se cercassimo di riempire un secchio pieno di buchi ad una fontana: è più sensato tappare i buchi o sostituire la fontana con un’altra dal getto più potente?

La risposta, fin più retorica della domanda, non è certo quella della tanto incensata green economy, che viene bollata come l’ennesimo cambio di rubinetto, un maldestro tentativo di rilanciare la stessa economia di sempre dandole una spolveratina di verde. Se decrescere vuol dire invece ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza energetica, tappando i buchi del secchio, allora un investimento in questi settori creerebbe occupazione, anche se forse non farebbe crescere il PIL. Il lavoro non  è necessariamente correlato all’aumento di produzione delle merci ma può essere utile anche ad altro, a patto naturalmente di avere un progetto di riconversione dell’economia.

Tra i relatori c’è anche Mario Agostinelli, varesotto doc, in rappresentanza dell’associazione Energia Felice. Mario introduce il problema del rapporto tra lavoro e potere, delicato e attualissimo. Come possono i lavoratori partecipare al cambiamento, se non hanno alcuna voce in capitolo nelle scelte di delocalizzazione di una multinazionale che può utilizzare mano d’opera in tutti i continenti? Ogni riferimento alla Fiat è puramente voluto.

Decrescere però non significa soltanto essere più efficienti e riconsegnare più dignità e potere al lavoro, ma anche educare ed educarsi ad un diverso rapporto con il tempo, più consapevole. Sembra un’eresia dire oggi, in periodo di crisi, che lavorare meno e guadagnare meno può rendere più felici, ma per alcuni è un modo per sentirsi più liberi e ridurre la dipendenza dal denaro. Molte famiglie dell’associazione Bilanci di Giustizia hanno ridotto gli orari di lavoro, eppure spendono più della media nazionale in cultura e divertimenti. Hanno fatto i conti e si sono accorte che su molte cose potevano risparmiare, mentre altre potevano produrle da sé. Non serve comprare i biscotti della colazione se si ha il tempo di prepararli, magari insieme ai propri figli. Come si può ben capire, siamo anni luce oltre il vecchio motto "lavorare meno per lavorare tutti".

Il lavoro non pagato, domestico e di cura è più di tutto il lavoro salariato. Lo sanno bene le donne, che lo svolgono quotidianamente in misura doppia rispetto agli uomini. Forse si potrebbe cominciare a dargli la dignità che merita. 

Per seguire i lavori attraverso i commenti, le foto e le interviste della delegazione di Mani Tese presente alla conferenza: www.manitese.it.

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Pubblicato il 22 Settembre 2012
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