Dacci oggi il nostro ghisa quotidiano
Viaggio nel mestiere spesso dimenticato dell’agente di polizia locale. “Il cittadino ci vede come quelli delle multe, ma il nostro compito è sconfinato”
«Le multe? Fossero solo quelle! Ci sono le attività di polizia giudiziaria, il controllo del territorio in ambito amministrativo, la prevenzione dei reati: tutte competenze che spettano a noi, che svolgiamo spesso in condizioni che a definire difficili è usare un eufemismo».
Benvenuti nel mondo della polizia locale, una professione spesso dura, difficile, che necessita passione, e molti sacrifici.
La festa di Varesenews, a settembre, è stata l’occasione per incontrare un vecchio amico: quattro chiacchiere lontane dalla corsa di tutti i giorni addietro alla cronaca, che ci hanno spalancato un mondo professionale e umano con cui spesso anche noi operatori della comunicazione abbiamo a che fare con superficialità.
Alberto Tarroni lavora nel servizio di polizia locale del Piambello, e quando gli si chiede del suo lavoro è un fiume in piena.
Cominciamo con un esempio.
«Poche settimane fa c’è stato un intervento. Molti operatori ma, alla fine, chi si piazza davanti a tutti è un nostro agente. C’è un uomo disturbato, in ambiente igienico al limite, per il quale due medici, uno proponente e l’altro convalidante, hanno richiesto un TSO, (un trattamento sanitario obbligatorio nda). Il sindaco, come autorità sanitaria locale, firma l’ordinanza e da quel momento il soggetto deve essere preso in custodia e condotto presso una struttura psichiatrica protetta. Appare tranquillo, sdraiato, ma appena si presenta una sanitaria con la siringa questo balza in piedi, afferra un coltello a serramanico nascosto e affronta quelli che per lui sono intrusi. Il collega “lancia” la donna fuori dalla stanza. Poi, consapevole del pericolo ma anche del fatto che il soggetto è malato, non un criminale, lascia la pistola nella fondina, estrae uno spray al capsicum (peperoncino) e, mentre si ritira, inonda il soggetto armato, che avanza verso di lui. Dopo cinque minuti, la persona disturbata getta la lama ed esce spontaneamente. Gli effetti dello spray passano nel giro di una ventina di minuti e si lava con acqua. Risultato ottenuto senza spargimento di sangue.
Ecco, potremmo partire anche da qui per cercare di far capire alla gente cosa facciamo, tutti i giorni».
Gli oltre 60.000 operatori delle polizie dei comuni e delle provincie in Italia svolgono un ruolo fondamentale nelle politiche della sicurezza, ma gli stessi cittadini sovente non se ne rendono conto.
«Tanto per cominciare – racconta Alberto – , fin dal 1986, quelli che la gente chiama ancora abitualmente “Vigili”, sono agenti o ufficiali di polizia giudiziaria e lo sono fin dal primo giorno di lavoro. Come recitano i manuali di diritto, “La polizia che porta in giudizio” ovvero, figurativamente, quella che traduce il soggetto reo avanti al giudice. Talvolta non solo figurativamente, come mostrato dalle cronache recenti, con tutte le responsabilità che ciò comporta. Questa condizione è formalmente la medesima sia che appartengano al corpo più numeroso con migliaia di addetti, sia che lavorino da soli in un servizio con un solo agente alle dipendenze di un piccolissimo comune. Lo sono anche se sono stati sbattuti in mezzo alla strada senza addestramento, perché in merito ogni Regione ha le sue regole e, comunque, anche in Lombardia dove l’addestramento è organizzato, previsto per legge e tutto sommato buono, non esistono sanzioni per i comuni che non ottemperano».
Nelle grandi città però, qualcosa cambia per chi sceglie questo lavoro….
«Se lavori in grandi strutture, – continua l’agente Tarroni – hai le spalle maggiormente coperte, puoi specializzarti in uno specifico ramo dei molteplici che compongono il nostro contesto, ma devi sottostare a regimi molto rigidi e spesso usuranti. A Milano, per esempio, c’è persino un nucleo addestrato ad operare in condizioni di rischio batteriologico/chimico che si sta preparando per l’Expo 2015. Solo la settimana scorsa, hanno arrestato diversi spacciatori e un collega è finito all’ospedale per aver cercato di sequestrare borse con marchi contraffatti. Naso spaccato, un fatto abbastanza normale purtroppo. Le cronache ricordano l’agente Savarino ucciso in febbraio, ma i transiti al pronto soccorso sono cosa comune in questo mestiere. Nonostante la legge, da quest’anno, li abbia resi in gran parte legali per chiunque, gli spray al peperoncino non sono stati autorizzati a Milano. Così, gli operatori, se vogliono proteggersi con questo strumento se lo devono comprare in proprio e, comunque, rischiare valutazioni disciplinari perché, in teoria, dovresti fare uso in servizio solo di materiale previsto dal regolamento ed ogni corpo o servizio di PL ha il proprio. Così capita che, magari, operatori di comuni confinanti o, addirittura, associati, abbiano equipaggiamenti completamente diversi. Addirittura, dato che dipende dal sindaco, si trovano comuni associati fra loro che affiancano personale armato a personale che la pistola non l’ha mai avuta».
«Io ho sempre lavorato in piccoli comuni – racconta Alberto – . È stata una scelta, perché anche se devi offrire maggiore elasticità, in cambio hai l’opportunità di variare continuamente. Essere costretto ad avere un’infarinatura di tutto, misurarsi con l’imprevisto senza avere qualcuno in ufficio che ti spieghi come procedere per molti è un’angoscia, ma per me è uno stimolo e rappresenta un modo molto creativo di essere un dipendente pubblico.
Diciamola così: mi rendo conto sia difficile spiegarlo a chi non lo vede da dentro, ma questo può essere un bel mestiere. Lo è soprattutto quando riesci a fare breccia fra i ragazzi, perché li conosci uno per uno, li vedi crescere e cacciarsi nei guai, almeno un po’, e magari riesci a tirarli fuori e a fargli capire che puoi essere un interlocutore, non solo uno “sbirro” nemico. Quando un genitore ti ringrazia perché ci sei riuscito, è un buon giorno, anche se non capita così spesso purtroppo».
Ma in cosa consiste l’abilità di questo lavoro?
«Devi essere capace di passare molto velocemente da un compito ad un altro e, per quanto alcuni piacciano certo di più, sapere che sono tutti importanti. Hai a che fare con tutti, non soltanto con i criminali come capita più frequentemente ad altri che lavorano in uniforme. Anche per questo il nostro lavoro è difficile: perché vai a punire non solo il delinquente, ma molto più sovente la persona “normale” che però, paradossalmente, spesso è molto meno incline ad accettarlo.
Noi attiviamo il recupero degli animali dispersi, mettendo in sicurezza loro stessi e la circolazione stradale, aiutiamo a decongestionare il traffico, controlliamo il rispetto dei regolamenti comunali sulla civile convivenza. Con la stessa leggiadria (si fa per dire!) devi saper redigere un’autorizzazione, andare in una scuola a fare formazione agli studenti (dall’infanzia alle superiori), aggiornare le statistiche. Naturalmente, devi essere anche pronto a rintracciare chiunque la magistratura o altri comandi di polizia vogliano raggiungere per notificargli atti giudiziari (e sovente non amano farsi trovare!)
Tutto questo è la base, su cui si innesta la corretta conoscenza di tutto il mare di polizia amministrativa, in parte già citato, che è l’ossatura del nostro lavoro. Cosa significa?
Per esempio, tutte le norme sul commercio, con quanto ne deriva anche in termini di tutela del consumatore».
Ma questo è spesso un trampolino per altri compiti, molto più “paganti” dal punto di vista dei tutori dell’ordine. Quando butti la rete per i tonni, spesso trovi squali.
«Se controlli un cantiere – continua l’agente – (già, perché il controllo dei cantieri è uno dei nostri compiti, insieme con gli uffici tecnici comunali ma anche in autonomia), ci vai per vedere se hanno effettuato tutte le comunicazioni del caso. Però puoi scoprire, molto facilmente, che sono stati commessi abusi (penale), che il personale è in nero e magari straniero irregolare (idem), che (come è successo!), i mezzi d’opera che stanno spostando terra sono rubati ecc…
Poi non dimentichiamo i pubblici esercizi (bar, ristoranti, locali da ballo, pub e qualsiasi altro luogo di aggregazione, tutti sotto controllo dell’autorità di pubblica sicurezza che, in ogni comune dove non c’è un commissariato della polizia di stato, è il sindaco.
Vogliamo parlare della polizia ambientale? I membri del Corpo Forestale dello Stato sono 8000 – 8500 per tutta l’Italia. Sono pochissimi, se consideri che i reati ambientali, dai più gravi organizzati dalle cosiddette “ecomafie” a quelli più semplici, sono da anni in fortissima espansione. Le pene sono lievi, passano presto in prescrizione e scaricare rifiuti tossici in un buco scavato con una ruspa fornisce gli stessi soldi che spacciare cocaina, ma i rischi sono enormemente più bassi. Credi possano farcela da soli? Ormai il controllo venatorio/ittico (contrasto al bracconaggio e alla pesca di frodo), per dirne una, è svolto principalmente dalle polizie locali delle province, che controllano anche il trasporto pubblico passeggeri, le autoscuole, le agenzie viaggi e le strade di loro pertinenza, ovvero la maggior parte di quelle a maggior transito».
E quindi arriviamo alle attività di polizia stradale, che vengono svolte per una percentuale superiore all’80% proprio dalla polizia locale.
«Se non ci fossimo noi, facilmente non riusciresti nemmeno ad uscire di casa, vista la propensione degli italiani ad andare anche in bagno, potendo, con l’automobile. Ma si fanno molto anche i controlli più tosti, con in testa quelli sulle revisioni e sulle assicurazioni RC. Hai idea di quanti veicoli girino senza assicurazione o con assicurazione falsa? Centinaia di migliaia!
Naturalmente, uno dei compiti più comuni, presenti e complessi è la rilevazione dei sinistri. Parte con il garantire la sicurezza degli operatori sanitari e degli utenti coinvolti e arriva fino al compimento di tutte le indagini ed i rilievi utili a definire l’accaduto in sede, di volta in volta, civile, penale e/o amministrativa, che si tratti di un semplice tamponamento senza feriti o di un incidente con molteplici veicoli ed esito mortale».
Le attività di polizia giudiziaria?
«Sono sempre “in agguato”. Nel solo codice della strada gli articoli che prevedono sanzioni penali sono ben 7 (corse illegali con veicoli a motore, organizzate e non, guida senza patente, falsificazione di targhe, guida sotto l’effetto di alcool e droga, omissione di soccorso).
Però quando sei in giro di pattuglia non c’è solo la strada, perché lo scarico di rifiuti, anche non tossici, è verbale amministrativo se il gesto è commesso da un privato, ma se a praticarlo è un qualsiasi soggetto economico diventa penale, piuttosto che la combustione a qualsiasi titolo di scorie plastiche».
Ma, dice Alberto, non è finita.
«No, perché ci sono i servizi mirati contro i furti, quelli per il contrasto del micro-spaccio (e spesso non solo quello micro!) di stupefacenti, soprattutto fra i più giovani, le attività di prevenzione contro le frodi a carico degli anziani e chi più ne ha ne metta. Quando voglio scherzare, dico che ho già ordinato la mia sedia a rotelle con il lampeggiante blu incorporato, perché di certo non potrò andare in pensione prima dei 70 anni e correre dietro alla gente che scappa a quell’età sarà dura. Sempre che non mi stirino sotto un camion prima…»
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