I presidi “sospesi” minacciano: chiederemo i danni

I 40 vincitori del concorso per presidi, congelati dalla sentenza del Tar, fanno sentire la propria voce. Rivendicano la correttezza della procedura e chiedono il rispetto dei propri diritti

«Porteremo avanti i nostri diritti fino alla fine!». Così si sono espressi gli “idonei” della provincia di Varese del concorso a Dirigente scolastico della regione Lombardia.

Lo “strano” caso burocratico è iniziato il 17 luglio scorso, quando il Tar della Lombardia, con una sentenza, ha annullato tutte le prove svolte del concorso, intimando all’Ufficio Scolastico Regionale di sospendere immediatamente la procedura che avrebbe condotto alla pubblicazione della graduatoria degli idonei e in seguito alla nomina dei nuovi Dirigenti Scolastici per 355 sedi vacanti. Il motivo di questa sentenza del tutto inaspettata è nella presunta inadeguatezza di alcune buste utilizzate durante il concorso, ad avviso del Tar troppo trasparenti se messe in controluce, con (recita la sentenza) “la possibilità astratta di mostrare chiaramente il nome del candidato”. Immediato il ricorso da parte dell’Ufficio scolastico regionale, forte del fatto che non è emerso in concreto alcun elemento in grado di avallare l’ipotesi astratta di violazione dell’anonimato.  La posizione è stata dapprima accolta dal Presidente del Consiglio di Stato, con una sospensiva, il 3 agosto scorso, del pronunciamento del Tar e la successiva pubblicazione di tutti gli atti preparatori il 27 agosto.  Il 28 agosto, però, una doccia fredda ha di nuovo congelato tutti gli aspiranti presidi:  il Consiglio di Stato annulla la sospensiva e rimandare al 20 novembre prossimo la trattazione nel merito. Il 20 novembre prossimo a esaminare la questione saranno gli stessi magistrati che già hanno dato parere negativo il 28 agosto.
 

Data la situazione e gli scenari futuri, gli idonei hanno deciso di scendere in campo e di dare pubblicità alla complessa situazione. Il loro portavoce, la docente Amanda Ferrario, rivendica i diritti di vincitori, perchè non esistono le condizioni per annullare il concorso: « La procedura seguita, sicuramente corretta, non può invalidare la procedura di legittimità conquistata sul campo. È profondamente ingiusto che siamo proprio noi a pagarne le conseguenze».
Nel caso di una sentenza sfavorevole a novembre, i dirigenti congelati si rivolgeranno alla magistratura per chiedere un cospicuo risarcimento che ripari i danni subiti, sia di tipo fisico, che morale, che materiale.
Per ora, l’unica certezza è che per un altro anno molte scuole lombarde avranno un dirigente in “reggenza”, cioè in condivisione con un’altra scuola, mentre gli idonei torneranno in cattedra, a svolgere la propria funzione di docente. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Settembre 2012
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