Il “Festival Teatro Sacro” chiude con il testo di Karol Wojtyla
Si chiude alla Basilica di San Vittore la stagione teatrale "Tra Sacro e Sacro Monte". L'appuntamento è per venerdì 7 settembre con la Compagnia Cantiere Centrale che porterà in scena il testo di Karol Wojtyla "La bottega dell'orefice"
La Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte mette il sigillo ad una stagione teatrale "Tra Sacro e Sacro Monte" ricca di successi con l’ultimo spettacolo, previsto per il 7 settembre alle ore 21 presso la Basilica di San Vittore, nel cuore di Varese. Dopo le performance del mese di luglio, accolte da un folto pubblico entusiasta alla Terrazza del Mosè del Sacro Monte, la rassegna chiude i battenti con il sesto spettacolo, che vede protagonista la Compagnia Cantiere Centrale che porterà in scena il testo di Karol Wojtyla "La bottega dell’orefice".
Quella targata 2012 è stata la rassegna delle conferme: il pubblico varesino, e non solo, ha dimostrato
un affetto particolare per il festival, che vanta un palcoscenico di eccezionale suggestione e bellezza
proprio in cima al monte sacro, facendo registrare il tutto esaurito per tutti gli appuntamenti dello
scorso luglio. Ora, per chiudere in bellezza e stare vicino alla cittá giardino che lo ha sempre sostenuto
e incoraggiato, il festival si sposta nel punto nevralgico della fede varesina e trasforma la Basilica di San
Vittore in un palcoscenico d’eccezione. Un testo intenso che non ha perso fascino nel corso dei decenni, uno spettacolo sempre attuale che saluterà il pubblico del festival e darà appuntamento al 2013 per una stagione ancora piú ricca.
Sullo spettacolo
La bottega dell’orefice è l’unica pubblicazione a carattere drammatico di Karol Wojtyla prima di essere
eletto Papa. Il testo apparve nel numero di dicembre 1960 del mensile di Cracovia Znak, sotto lo
pseudonimo Andrezej Jawien, usato spesso dall’autore.
E’ la storia di due coppie, di due matrimoni, di due amori, che si agitano sullo sfondo della seconda guerra mondiale e degli scempi nazisti. Ma La bottega dell’orefice è soprattutto un’intensa metafora delle nozze, unione eterna e indissolubile, che vince la fragilità dei sentimenti umani. Wojtyla la scrive in quegli anni, in cui era attivamente impegnato nel teatro Rapsodico di Cracovia, che nonostante l’occupazione tedesco della Polonia, continuava a tenere rappresentazioni clandestine in case private. il testo verrà proposto come lettura scenica proprio per riprendere lo stile del teatro Rapsodico.
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