La BTicino annuncia la mobilità per 84 lavoratori
L'annuncio in un incontro con la rappresentanza sindacale. I tagli riguardano solo lo stabilimento di Varese. Fiom-Cgil: «Per i lavoratori in mobilità chiederemo l'aggancio alla pensione»
È un rientro dalle vacanze difficile per i lavoratori della BTicino di Varese: la multinazionale, specializzata nella produzione di interruttori elettrici, ha infatti annunciato l’apertura della procedura di mobilità per 84 persone. Le ragioni della decisione sarebbero da attribuire al calo degli ordini che è rimasto costante dall’inizio della crisi. «È un momento legato alle difficoltà dell’edilizia – spiega Aldo Cosenza coordinatore sindacale della rsu – . È tutto fermo anche per la difficoltà delle famiglie di accedere ai mutui, una serie di cause che ha portato alla contrazione del fatturato. L’azienda è florida, ma la casa madre francese (Il Gruppo Legrand ndr) da tempo preme per far allineare il fatturato alla situazione occupazionale». Insomma, si incassa di meno con la vendita degli interruttori e si continua a pagare lo stesso numero di stipendi, una situazione che i vertici aziendali hanno deciso di risolvere, appunto, con la mobilità.
«Noi pensiamo che sia ancora praticabile la strada dei contratti di solidarietà – aggiunge Stefania Filetti, segretario provinciale della Fiom Cgil – e finché sarà possibile, cercheremo di percorrerla. Se invece si proseguirà con la mobilità cercheremo di agganciarla alla pensione».
La Bticino-Legrand in provincia di Varese dà lavoro a 1400 persone. Nello storico stabilimento di viale Borri lavorano in 1.200 a cui si aggiungono altri 200 della fabbrica di Tradate. Appena un anno e mezzo fa era stato inaugurato a Varese il nuovo centro “BTicino Innotech”, una struttura all’avanguardia dedicata alla formazione tecnica.
Il gruppo è complessivamente in buona salute (4,2 miliardi di fatturato nel 2011) perché ha diversificato la produzione nei vari stabilimenti. A Tradate, dove si producono quadri elettrici, non si registrano problemi occupazionali. «La specializzazione per settori – conclude Cosenza – è stata una vera arma anticrisi. Negli altri stabilimenti mi risulta che si fanno straordinari, quindi vuol dire che gli ordini ci sono. Infine, non dimentichiamo che è una multinazionale e che ragiona con logiche non solo locali».
Il 18 settembre ci sarà un nuovo incontro tra azienda e sindacati.
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