La Lega dei distinguo: “No alla città metropolitana e al superconsulente”
Lumbard in fibrillazione sui due fronti. Il segretario cittadino Rudoni: "Non voteremo nulla che esprima l'ingresso nell'area metropolitana di Milano". Speroni e Unfer: "Non servono più i consiglieri, Forte ha troppo potere"
Se non è la Lega Nord della rottura è quella dei distinguo. Sono molti i segnali di insofferenza lanciati dai Lumbard al sindaco Gigi Farioli che, a partire da Ferragosto, ha lanciato una piattaforma di azioni che sta portando avanti con una certa insistenza, a partire dal tentativo di far esprimere il consiglio comunale sull’ingresso nella città metropolitana di Milano oppure nella nuova provincia della quale sono stati abbozzati i confini dal Cal proprio ieri, martedì. La Lega, dopo la riunione di ieri sera nella sede di via Culin, è uscita piuttosto compatta e attraverso il suo segretario cittadino Alessio Rudoni fa sapere che «non voterà mai a favore dell’ingresso nell’area metropolitana».
Un no che però non significa andare allo scontro con sindaco e Pdl: «La proposta di delibera firmata da tutti i partiti è quella che più si avvicina al nostro sentire – prosegue Rudoni – ci sono due emendamenti da discutere e, in base al testo finale, decideremo come votare». In buona sostanza i leghisti sono orientati verso la delibera che sostiene l’unità del territorio dell’Altomilanese, del Medio Olona e di Malpensa.
Ma i distinguo non finiscono qui ed è Francesco Speroni ad animare l’altro fronte, il consigliere ha dato le dimissioni da capogruppo per dare un segnale dell’insofferenza nei confronti della presenza di Francesco Forte come consulente per la razionalizzazione della spesa, stessa cosa ha fatto il vice-presidente del consiglio comunale Adriano Unfer, anche lui dimessosi. Secondo Speroni l’economista non sarebbe adatto all’obiettivo che gli è stato dato: «Nel periodo in cui è stato ministro ha portato il rapporto deficit-pil italiano dal 30 al 60% ed è questo uno dei motii principali per i quali non lo riteniamo opportuno – ma c’è di più – il disciplinare d’incarico ci vede perplessi in quanto può partecipare alle riunioni di giunta, può accedere a tutti i documenti del Comune, cose che un consigliere comunale non può fare, può conferire con chiunque del Comune e può avvalersi di collaboratori di Unione Italiana, un atto che fa entrare un partitello con lo 0,6% nella maggioranza. Uscire dai lavori delle commissioni sarà il prossimo atto. Se il sindaco ha bisogno di consigli se li faccia dare dal suo consulente dato che quelli dei consiglieri eletti non servono a nulla».
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