Luciana Ruffinelli: “Busto non vada con Milano”
Secondo l'esponente bustocca della Lega Nord la città ne avrebbe solo grandi e considerevoli svantaggi e attacca: "Un consiglio comunale pro tempore non può prendere una decisione così impattante"
La bustocca Luciana Ruffinelli, assessore regionale allo sport, prende posizione sulla scelta che Busto si appresta a fare nel riordino delle province, come auspicato dal sindaco e dal consiglio comunale stesso nei giorni scorsi. L’esponente leghista si oppone fermamente all’ipotesi di entrare nell’area metropolitana di Milano e sostiene che un sindaco e un consiglio comunale pro tempore non possono prendere una decisione così importante per il futuro di Busto Arsizio.
«Se si avverasse questa ipotesi avremmo grandi e considerevoli svantaggi: con un unico sindaco per così tanti km quadrati di territorio avremmo un’ulteriore centralizzazione dell’amministrazione, sempre più lontana dal cittadino, dai quartieri e dai bisogni primari e particolari della gente. Inoltre si ridurrebbero i servizi e aumenterebbero a dismisura numero di utenti e distanza dal servizio: la questura, la prefettura, il provveditorato, gli uffici territoriali verrebbero soppressi, lasciandone uno solo di ciascuna funzione per tutta la città metropolitana estesa per decine di km. Gli elevati costi di una città come Milano, i suoi carrozzoni e i suoi eventuali debiti andranno a gravare su noi cittadini di Busto. Pensiamo solo all’ALER o alle scuole: il patrimonio edilizio di Busto è molto più qualificato e adeguato alle normative rispetto alla maggior parte degli edifici pubblici milanesi, che per quanto riguarda le case di edilizia pubblica ha anche casi che rasentano la fatiscenza. Perché dovremmo accollarci un simile patrimonio con i costi che comporta? Inoltre non è accettabile che un Sindaco ed un Consiglio Comunale protempore decidano sul destino della nostra città: una decisione di una tale portata e conseguenze richiede almeno un referendum che dia la parola direttamente ai cittadini, gli unici ad avere il diritto di decidere del proprio futuro. La consultazione popolare è indispensabile e doverosa, nel rispetto della sovranità popolare sancita dalla Costituzione»
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