Nasce Italia Futura: “Siamo con Montezemolo, per fermare il declino”
Gli industriali Michele Graglia e Alberto Parma debuttano al Santuccio con l'associazione fondata dal presidente della Ferrari. Sarà un partito?
E’ nata anche a Varese Italia Futura, l’associazione di Luca Montezemolo, che forse sarà un partito, ma intanto si mantiene a un livello pre-politico e civico. Il parterre del teatro Santuccio di Varese, ieri sera, era pieno di osservatori e curiosi. C’erano diversi esponenti provenienti dalle associazioni di categoria, soprattuto gli industriali, ma anche politici di altri partiti venuti a capire che aria tira, professionisti, intellettuali. Molta borghesia varesina, ma non solo. D’altronde i padroni di casa, diciamo così, sono due esponenti di Confindustria, Michele Graglia, ex presidente di Univa, e Alberto Parma, ex presidente dei giovani di Univa. In platea, come osservatori, si sono visti volti noti come l’attuale presidente di Univa Giovanni Brugnoli e un altro ex presidente come Marino Vago, il direttore dell’associazione Vittorio Gandini, Rinaldo Corti presidente del settore terziario avanzato e l’ex presidente dello stesso settore Andrea Odobez. In ordine sparso, si poteva vedere il notaio Franca Bellorini, Michele Lonero del consorzio Varese nel cuore, Mauro Temperelli direttore della camera di commercio, l’avvocato Bombaglio, Ferdinando Fiori della Coldiretti, l’industriale Prevosti, ma anche sindaci di area Pd come Samuele Astuti di Malnate e Silvio Aimetti di Comerio, il professor Giacomo Buonanno della Liuc, il presidente del consiglio provinciale Luca Macchi (Pdl), il giornalista e scrittore Mauro della Porta Raffo, e altri esponenti dell’Ascom di Varese e Gallarate, o ancora Maurizio Ampollini per anni direttore del Cesvov. Nessuno arruolato, tutti osservatori, certo, ma la curiosità era forte. Alberto Parma, 38 anni, è il presidente dell’associazione Italia Futura a Varese, ed è stato lui ad annunciare la costituzione di gruppi tematici per fare proposte sul futuro del paese, e l’idea di aprire nuove sezioni sul territorio. Michele Graglia ha invece parlato delle motivazioni che spingono i promotori dell’associazione di Montezemolo. “Abbiamo una sensazione di sfinimento verso quello che sta accadendo nel nostro paese – ha detto – l’associazione sarà un veicolo che ci permetterà di esprimerci e di fare qualcosa. I contenuti che ci daremo sono importanti, ma ancora di più lo sono le persone. Io sono stato mosso da uno stimolo forte. Qualche anno fa chiamai Pierlugi Celli dopo che aveva scritto un articolo in cui consigliava al figlio di andare via dall’Italia. Quest’anno anche mia figlia andrà all’estero; mi sono interrogato in prima persona e mi sono detto: mi accontento della soddisfazione di aver potuto consentire ai miei familiari questa possibilità, oppure mi impegno per poter creare le condizioni affinché i nostri figli possano scegliere in futuro se crescere qui o altrove?”. Graglia ha deciso di mettersi in gioco personalmente in questa avventura che è sì associativa ma che, come tutti sanno, dovrebbe prima o poi sfociare in una vera competizione politica per entrare in parlamento. L’ex presidente degli industriali varesini tuttavia appare interessato a sostenere la causa nel lungo periodo: “E’ forse solo un’utopia? – ha aggiunto – ma guardate che il valore di un’idea sta proprio nel crederci fortemente senza la garanzia del risultato finale”.
Dopo di lui sono intervenuti Alberto Fontana , coordinatore regionale, e Federico Vecchioni, il coordinatore nazionale che ha parlato da segretario di partito, citando spesso il presidente Montezemolo. In chiusura si è fatto vedere anche Oscar Giannino, il vulcanico giornalista che ha dato vita a un progetto parallelo con tratti simili; ha parlato a lungo ma soprattutto ha dato un indirizzo politico chiaro a questa platea liberale e professionale: “Oggi dobbiamo metterci la faccia e ambire a rappresentare il mondo economico finanziario e delle professioni, guardate che è un momento epocale, i sondaggi dicono che il primo partito oggi sarebbe una unione di Grillo e Di Pietro. Dobbiamo darci una rappresentanza, non abbiamo scelta”.
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