Berlusconi: “Valuteremo se lasciare la fiducia al governo Monti”

Durante la conferenza stampa di sabato pomeriggio Silvio Berlusconi spiega cosa sarà del suo futuro politico dopo la sentenza che lo condanna a 4 anni per frode fiscale

«Nei prossimi giorni decideremo con i vertici del mio partito se togliere la fiducia al governo o, vista la vicinanza con la fine della legislatura, se lasciargli finire il mandato. Dobbiamo mettere sui diversi piatti della bilancia, da un lato il fatto che le iniziative di governo ci portano a una spirale recessiva e dall’altro il fatto che con la sfiducia al governo si avrebbe una situazione interpretata in una certa maniera dal mondo della finanza».
Silvio Berlusconi lo annuncia nella conferenza stampa di sabato pomeriggio, organizzata dopo la sentenza di primo grado che lo vede condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale e tre anni di interdizione dai pubblici uffici.
«Non mi ricandido come presidente del consiglio, ma devo rivedere i contorni del mio ritiro dalla scena politica».

Nelle prime ore di sabato sembrava ci fosse un suo ripensamento sulla ricandidatura a premier, ma Berlosconi lo smentisce a inizio conferenza stampa: «Ho ragionato a lungo e confermo la mia decisione di qualche giorno fa di non presentarmi come candidato alla presidenza del consiglio, a favore dell’unione di tutti i moderati, che sono la maggioranza in Italia dal 1948 a oggi. Confermo integralmente quanto detto al mio messaggio agli italiani, ed anche che si terranno le primarie, con cui penso possa dare vita a un confronto di idee e persone».

«Tuttavia – ha proseguito l’ex premier -, ho cambiato idea per quanto mi riguarda il programma che mi ero dato. Ho una fondazione che si è data la missione di costruire ospedali per bambini in tutto il mondo e una squadra di calcio a cui volevo dedicare il mio tempo. Ma non posso farlo, farò a meno di dedicare questo tempo in queste direzioni: intendo dedicare il massimo del tempo a questo Paese per proseguire il cambiamento portato avanti in questi anni».
E ancora: «La corte costituzionale oggi è un organo politico di sinistra. Questo ha impedito a un governo come il mio di portare a termine delle riforme. Senza dei cambiamenti questo paese non può cambiare. Si deve fare delle riforme: come avere la possibilità da parte del presidente del consiglio di revocare ministri; possibilità di usare liberamente il decreto legge; cambiare anche la formazione della corte costituzionale. Non si può pensare che questa possa cassare il lavoro di mesi del Governo».

«La nostra non è una democrazia ma una dittatura dei magistrati – conclude Berlusconi -. Non si può andare avanti in questa maniera. Io credo che non possiamo accettare questa situazione: mi sento in dovere di mettere davanti a tutto, nel mio prossimo impegno politico, un’azione per la riforma della giustizia in Italia perché non capiti a tutti gli altri cittadini italiani quello che capita a me».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Ottobre 2012
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