Cattaneo guarda alla maxi provincia, Galli alla Svizzera
La riorganizzazione delle province mantiene un ruolo centrale nelle preoccupazioni della politica che si trova a fare i conti con una decisione che comunque vada rivoluzionerà l’assetto del nostro territorio
La riorganizzazione delle province mantiene un ruolo centrale nelle preoccupazioni della politica che si trova a fare i conti con una decisione che comunque vada rivoluzionerà l’assetto del nostro territorio.
Sull’argomento sono tornati in diverse occasioni il presidente della Provincia, il leghista Dario Galli, e l’assessore regionale Pdl Raffaele Cattaneo con due visioni completamente opposte.
Dopo che il Consiglio delle autonomie locali (Cal) ha approvato una proposta di riordino delle province lombarde che prevede l’accorpamento di Varese con Como e Lecco, concedendo la deroga a Monza, la posizione del presidente Galli è ancora più tenace nel cercare di scongiurare l’ipotesi della maxi provincia. Galli ne fa una questione di sopravvivenza del territorio varesino legato in particolare alla vicinanza del confine svizzero.
Lo ha spiegato, non a caso, in occasione della presentazione di un nuovo accordo fra l’Agenzia del Turismo varesina e quella del canton Ticino: «il nostro problema sta nei 25 mila frontalieri che lavorano ogni giorno in Canton Ticino. Si tratta di lavoratori che di fatto vengono sottratti al nostro territorio. Ma non solo, il fenomeno è contemporaneo a quello che vede le nostre aziende “migrare” oltre il confine poiché là trovano più vantaggiose le condizioni lavorative, fiscali ed economiche».
Su questo fenomeno Galli intravede la necessità di fare del territorio di Varese un caso a se che per necessità di sopravvivenza ha bisogno di una deroga: «in Svizzera c’è una pressione fiscale del 33% circa, da noi si arriva al doppio. Ed è proprio per questi parametri che diventa sempre più stringente la necessità di gettare basi solide per costruire un rapporto sempre più stretto con la Svizzera e per ottenere una maggior autonomia ed evitare il rischio presente di vedere il nostro territorio sempre più impoverito. Nella nuova ipotesi di maxi provincia noi saremmo un’area di cuscinetto tra una area molto vasta di 3 milioni di abitanti e la Svizzera destinata ad impoverirsi di lavoro e imprese».
Di parere opposto il dirigente Pdl Raffaele Cattaneo che, invece, intravede nella maxi provincia un’opportunità che può essere colta da Varese. «certo non avremmo più la qualifica di capoluogo – ammette Cattaneo – ma abbiamo comunque tutte le carte in regola per esercitare una leadership in quella che sarebbe una delle più grandi province d’Italia con Como, Sondrio, Lecco e io ci metto anche la Brianza».
Secondo Cattaneo non gioverebbe a Varese condurre una campagna identitaria «che poi finirebbe per isolarci e tagliarci fuori dal resto del territorio».
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