Differenziare conviene, se nel sacchetto c’è il microchip

Al via dal 1° novembre la sperimentazione del sacco con tecnologia Rfid da parte di Amga. Grazie a questo sistema si saprà quanti rifiuti produce ogni utenza. Meno rifiuti si producono e meno si paga mentre a guadagnarci davvero è l'ambiente

La tecnologia può migliorare la raccolta differenziata? A Legnano ci stanno provando e questa mattina, giovedì, la società multiservizi legnanese Amga ha presentato una sperimentazione innovativa che prenderà il via dal 1° novembre in una zona della città attraverso la tecnologia Rfid, un microchip inserito nel sacchetto dei rifiuti abbinato al condominio o al nucleo familiare e che permetterà di conoscere quanti rifiuti si producono puntualmente per ognuno. Questo – secondo quanto presentato da Paolo Pagani – permetterà ai cittadini che differenziano meglio e consumano meno di risparmiare sulla Tares, la nuova tariffa sull’igiene urbana inserita nel decreto "Salva Italia" e che sostituirà la Tia. 

La presentazione della sperimentazione (la quarta in Italia e la prima in Lombardia) è stata divulgata questa mattina nella sede di via per Busto da tutta la dirigenza dell’azienda, alla presenza del sindaco Alberto Centinaio che l’ha definita «positiva per l’ambiente e per le tasche dei cittadini, specie in un periodo difficile come questo». Il microchip, dunque, verrà inserito all’interno dei sacchetti e nella zona scelta per la sperimentazione dovranno essere usati esclusivamente sacchetti Rfid che verranno distribuiti da Am Linea Ambiente: «L’obiettivo di questa sperimentazione -spiega Pagani – è quello di raccogliere dati sul funzionamento di questo sistema. Partiremo dalle 500 utenze di una zona del quartiere San Paolo per poi, se darà risultati buoni, allargarla al resto della città». 

La nuova tecnologia richiederà un certo investimento che, però, verrà ammortizzato dalle stesse aziende che produrranno hardware e software oltre all’azienda che produce i sacchetti: «Per loro è un investimento che, se funzionerà, permetterà loro di allargare il loro mercato». I camion della raccolta saranno, dunque, dotati di un’antenna che invierà un segnale ad un computer a bordo il quale registrerà i sacchi che gli operatori immetteranno nel camion. Ogni sacco corrisponde ad un codice abbinato ad una famiglia o, in caso di condomini con cassonetti, un intero stabile. Questo servirà a sapere in maniera puntuale quanta spazzatura viene prodotta nucleo per nucleo. Solo al termine del periodo di osservazione, tuttavia, si potranno avere dati precisi su quanto una famiglia potrà risparmiare.

A monitorare il tutto sarà il laboratorio Rfid di Liuc che collaborerà in questi due mesi con Amga per tarare il sistema. L’obiettivo dell’inserimento della tecnologia a microchip è quello di portare la raccolta differenziata dall’attuale 63% al 70%. Questo sistema, sempre nel rispetto della privacy, permetterà anche di sapere chi effettua la differenziazione in maniera corretta e chi no. Nel periodo sperimentale non sono previste sanzioni ma non è escluso che, una volta che il sistema verrà ampliato, si possa considerare anche la sanzione per correggere eventuali storture nel sistema della raccolta differenziata.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Ottobre 2012
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