Furto all’ex conceria, due in manette
I carabinieri sorprendono due artigiani che stavano armeggiando per sottrarre tubi all'impianto sotto sequestro
Quei tubi in acciaio gli facevano gola, e in più c’era un piccolo particolare: erano "gratis" se, ovviamente, rubati con un colpetto che a prima vista sembrava facile e senza rischi. Ma il cinquantenne, italiano e il collega di 38 anni di origini rumene non avevano fatto i conti coi carabinieri.
Secondo la ricostruzione offerta dai militari i due, entrambi residenti a Bregano, artigiani (senza tuttavia meglio specificare sul loro mestiere), ieri pomeriggio sono giunti a bordo dell’autovettura Ford Mondeo Station Wagon di proprietà dell’italiano, presso l’ex conceria “Fraschini” di Brenta, lungo la SS 394, dismessa da tempo e attualmente sottoposta a sequestro nell’ambito di procedura fallimentare. L’area dell’ex conceria è regolarmente delimitata da una recinzione.
I due, dopo aver parcheggiato l’autovettura, hanno praticato un foro nella recinzione e si sono portati all’interno di un capannone con l’intento di tagliare i tubi in acciaio esistenti per prelevarli e successivamente rivenderli.
Ma i due non potevano certo immaginare che in quel momento una pattuglia dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Luino sarebbe transitata in quel luogo, per effettuare l’attività di controllo all’area sottoposta a sequestro.
I militari sentivano dei forti rumori provenire dall’interno dei capannoni della ditta e, avvicinatisi alla recinzione, hanno notato un foro nella stessa e udito due distinte voci provenire dall’interno.
Sul posto è ben presto intervenuta, in supporto, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Cuvio.
Poiché è inibito a chiunque l’ingresso all’area, i militari sono entrati passando dallo stesso foro, per accedere ai capannoni e identificare le persone entrate illecitamente nell’area.
Giunti nel capannone dal quale provenivano i rumori e le voci, i carabinieri hanno subito notato una persona che armeggiava del materiale ferroso. La stessa si è consegnata ai militari senza opporre resistenza.
Un secondo soggetto, invece, si era nascosto dietro una caldaia, ha tentato invano di scappare, ma colto il fatto di essere accerchiato ha desistito dal proposito e si è fermato consegnandosi anch’esso agli operanti.
I due malfattori, hanno subito riferito di essere artigiani e che erano già giunti in loco il giorno prima per fare un sopralluogo. Avendo accertato che l’immobile era abbandonato, avevano deciso di ritornare muniti di attrezzi atti a tagliare i tubi, per asportarli. Avevano, quindi, lavorato per qualche ora primadell’ arrivo dei militari quando già avevano finito di preparare, lasciando accatastato in zona, il bottino: costiuito da materiale ferroso del peso di circa 15 quintali. Ciò con l’intento di riprenderlo con un camion in un secondo momento. I carabinieri hanno, infatti, rinvenuto e sequestrato nel capannone un gruppo elettrogeno, due flessibili e numerose chiavi inglesi, attrezzatura di tutto rispetto idonea a conseguire lo scopo prefissato.
Anche l’autovettura del 50 enne è stata sequestrata dai Carabinieri.
Per i due, colti in flagranza di reato, non c’è stato scampo.
Per i due uomini è scattato l’arresto. L’accusa è di furto aggravato in concorso.
I due sono stati messi a disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Varese, Dr. Luca Petrucci. L’area è soggetta a curatela fallimentale. Nella mattinata odierna l’arresto è stato convalidato ed il maggistrato ha rimesso in libertà i due in attesa del successivo giudizio.
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