Galli e la corte dei conti: “Le mie spese? Eccole qua”
I giudici contabili hanno aperto un'istruttoria sulle fatture per gli alberghi e sulla realizzazione di un progetto di solidarietà ad Haiti. Il presidente della provincia furioso: "Io faccio risparmiare 100mila euro l'anno, e mi contestano la cooperazione internazionale"
C’è chi finisce nelle more della giustizia per aver dilapidato i soldi pubblici in festini con ancelle e cicisbei con facce da maiale, come è accaduto a Roma, e chi invece viene segnalato dalla corte dei conti per “spese non conformi” a causa di un acquedotto finanziato per aiutare la gente di Haiti. E’ accaduto alla provincia di Varese che, nell’ambito di una serie di controlli in tutta Italia, è stata fatta oggetto di una apertura di istruttoria per due voci. Ma è soprattutto quella che riguarda l’acquedotto di Platon Marrouge, la vicenda più strana. La provincia ha affidato 65mila euro alla onlus Filomondo, che finanzia l’opera di solidarietà di don Giuseppe Noli, ex cappellano del carcere di Varese. Il presidente Galli (nella foto) è esterrefatto. «Mi ha molto amareggiato questa contestazione – spiega – qui abbiamo le foto dei lavori dell’acquedotto, e i disegni dei bambini haitiani che ci raccontano come stiano cambiando le cose. I lavori ci vengono spiegati, passo passo, dai promotori, e nessuno di noi è mai andato lì a sprecare soldi».
La corte dei conti afferma che il sostegno internazionale non rientra nelle funzioni della provincia, e che la distanza con l’isola non permette di verificare i lavori. «In realtà, c’è una legge che consente agli enti locali di destinare lo 0,88 per cento di alcune voci di bilancio per iniziative di cooperazione internazionale, lo dice l’articolo 272 comma 2 della legge 267 del 18 agosto del 2000. Ma anche il ministero degli esteri monitora gli enti locali che seguono progetti di questo tipo, inoltre basta andare su internet per vedere che sono tanti gli enti locali che hanno stanziato fondi per Haiti in questi anni».
La provincia di Varese aveva già finanziato progetti in Abruzzo, e sta seguendo due progetti a Finale Emilia e Mirandola dopo il terremoto. A questo punto Galli potrebbe bloccare tutto perché non è più certo che la corte dei conti accetti questa funzione dell’ente; di certo non erogherà gli ultimi 10mila euro che dovevano andare ad Haiti. Sul tavolo del suo ufficio, distribuisce tutte le foto del progetto nel paese caraibico. Secondo i funzionari di Villa Recalcati l’istruttoria della corte dei conti non è comprensibile. C’è poi la contestazione sulla carta di credito del presidente per le spese di rappresentanza, 5mila euro, che prive di adeguate pezze giustificative. Affermazioni che però Villa Recalcati smentisce e che spiega punto per punto. «Innanzitutto 5mila euro in un anno sono spese davvero minime rispetto ad altri enti in tutta Italia, piuttosto avrebbero dovuto dire che non spreco soldi – afferma Galli – io non ho l’auto blu, unico presidente nel paese, e ho una provincia da quasi un milione di abitanti; credo che nemmeno nel Medio Campidano, con 50mila abitanti, si comportino così. Una parte di questi soldi sono spese di funzionamento e non di rappresentanza. Le voci erano state tutte giustificate, a nostro parere. Comunque, basta vedere alcune contestazioni per capire di che cosa stiamo parlando. Una voce è ad esempio formata dai 234 euro di un pernottamento per alberghi. E’ del 6 dicembre 2011. In quella data sono stato per due notti a Roma per una assemblea dell’unione province italiane, e avrò forse mangiato almeno tre volte, un’abitudine occidentale che ancora conservo – aggiunge sarcastico – inoltre abbiamo portato tutte le ricevute di cene e pranzi, e hanno un costo medio per coperto di 15 o 16 euro. Sono 50 ricevute, ma tenete conto che io mangio fuori casa per 300 volte all’anno almeno, vuol dire che 250 volte mi sono pagato tutto io da solo. Facendo la spunta delle spese per funzionamento, quelle per rappresentanza sono state 400 euro al mese, 100 euro alla settimana, 20 euro al giorno, e questo sarebbe lo spreco? Teniamo anche conto di altre voci allora. Io non ho mai fatto un viaggio all’estero – continua Galli – mentre qualche mio predecessore con un solo viaggio ha speso quanto io in un anno intero. Non ho l’auto blu e faccio per questo risparmiare 100mila euro all’anno alla provincia. Non uso mai il telefonino di servizio, e il mio stipendio è di 4800 euro lordi, mentre avrei persino diritto a 6800 euro lordi l’anno. In sostanza prendo, al netto, 2800 euro al mese. 500 li do al mio partito, ma questa è una scelta mia di cui non mi lamento. Questo però per dire che ho rinunciato a dei soldi. Se invece li prendessi e li usassi per pagare pranzi e cene, beh, nessuno mi direbbe niente…farei lo splendido a spese della collettività, sprecherei di più, ma sarei a posto con la corte dei conti… che è paese è questo?». L’unica eccezione rispetto alle abitudini frugali è una cena dopo un incontro istituzionale (era sulla questione dei ristorni dei frontalieri) che andò ben oltre gli orari canonici; ne seguì una cena dove la provincia pagò il conto, spedendo intorno a 40 euro a testa, per una decina di persone.
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