Girare le città alla caccia del tarlo asiatico
Daniele e Roberta sono due naturalisti laureati all'Università Insubria: ogni giorno calcano le strade della provincia (a piedi) per scovare il temibile insetto infestante
Calcano le strade della provincia a piedi, controllando una ad una le piante lungo le strade o dentro ai giardini: Daniele e Roberta sono due naturalisti e lavorano per il progetto di Regione Lombardia di lotta al tarlo asiatico, li abbiamo incontrati casualmente mentre erano al lavoro. «Naturalisti, ci siamo laureati in Analisi e Gestione delle Risorse Naturali all’Università dell’Insubria» spiegano, mentre passano da un giardino all’altro, a Gallarate. «Stiamo completando proprio in questi giorni il controllo di Gallarate, l’abbiamo girata tutta, risalendo dal confine di Busto. Ora ci manca solo il quartiere di Crenna» racconta Daniele.
Le strade, dicevamo, le calcano rigorosamente a piedi,per ispezionare da vicino le piante e non farsi sfuggire nulla: il tarlo asiatico è un insetto pericoloso per le piante e i controlli sono molto attenti, per questo viene chiesto alle persone di aprire anche i loro giardini per le verifiche (i controlli, va detto, sono obbligatori). I nomi dei naturalisti-rilevatori (che hanno la propria targhetta di riconoscimento) sono comunicati anche al Comune, nel caso qualcuno avesse dubbi. Il tarlo asiatico – originario di Cina, Giappone, Corea e Taiwan – è testimoniato per la prima volta nel 2000, prima "apparizione" a Parabiago, nell’Alto Milanese: a causare i danni alle piante sono le larve che scavano fori di alimentazione soprattutto nelle radici e alla base del tronco, con diametro di 1,5-2 cm. Per questo i controlli vengono fatti soprattutto alla base dell’albero.
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