Grotta Marelli, l’abbiamo vista per voi
Un "viaggio al centro della terra" per visitare una delle più suggestive cavità del Parco Regionale del Campo dei Fiori. Una meraviglia non per tutti, ma da ammirare e tutelare
Scendere nel cuore della terra e poter sentire che è viva: una visita alla Grotta Marelli rappresenta un’esperienza davvero emozionante e allo stesso tempo molto interessante, anche se si dice non essere proprio per tutti, specie per chi è di "taglia grande" o un po’ claustrofobico.
Per questo l’abbiamo innanzitutto "provata per voi": siamo scesi accompagnati dalla geologa specializzata in educazione ambientale, Donatella Reggiori. «Purtroppo il sito non è ancora molto conosciuto, ma pian piano l’affluenza sta aumentando. Moltissime sono le scuole scese nell’ultimo anno, e il Gruppo Alpini di Varese da tre anni offre la possibilità di esplorarla durante la tradizionale festa di Ferragosto». Donatella è sempre disponibile ad accompagnare chiunque voglia vivere questa avventura, e la si può contattare tramite la segreteria del Parco.
La Grotta Marelli è una delle 150 grotte carsiche rilevate all’interno del Parco Regionale del Campo dei Fiori a Varese e si trova all’interno del giardino del vecchio Grand Hotel Campo dei Fiori. Il suo nome lo deve a Ferdinando Marelli, il giovane esploratore che nel 1916 perse la vita al suo interno. La cavità si sviluppa complessivamente su 5600 metri con un dislivello di 508 metri. Il ramo superiore percorribile senza imbragature raggiunge una profondità di circa 60 metri. Questa è stata la prima parte scoperta e fino al 1977 si pensava che la grotta finisse in quel pozzo, successivamente un gruppo di speleologi varesini scoprì che la cavità si estendeva per un tratto ulteriore.
«E’ una grotta particolarmente interessante perché qui sono state sperimentate negli anni’80 le prime attrezzature di imbrago e discesa su corda. E negli anni ’70 è stata sede di una sperimentazione sulle capacità di adattamento dell’essere umano al buio e all’umidità della grotta: un gruppo speleologico varesino ha passato diversi giorni all’interno della cavità».
Donatella inoltre ricorda quanto sia importante salvaguardare e tutelare questi luoghi, e soprattutto salvaguardare le acque all’interno della grotta, «è l’acqua che arriva nei nostri acquedotti e che noi beviamo». La discesa non è difficile ma è importante fare attenzione e seguire i consigli della guida. Con scarpe adatte, caschetto in testa, torcia accesa, si può scendere e rimanere affascinati.
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